O's digest – Nature

Torno da un’intensa discussione sulle bufale scientifiche, la loro comunicazione e le loro conseguenze con un giovane collega al Museo di storia naturale, in preparazione del Darwin Day.
Un editoriale di Nature è il cacio sui miei maccheroni:

After a year of President Trump, scientists in the United States are doing their best in difficult circumstances, and Nature applauds them for it. It’s increasingly clear that Trump has been just as bad for many aspects of science as we and others feared. Most crucially, the role of science and scientific advice in public life has been repeatedly undermined.

Writing after his election victory in November 2016, this journal tried to look on the bright side and suggested that Trump could yet “leave behind his damaging and unpopular attitudes and embrace reality, rationality and evidence”.

How wrong we were to be optimistic.

Un secondo editoriale torna sulla necessità di finanziare la ricerca di un vaccino universale contro i vari ceppi di virus dell’influenza, “prima della prossima pandemia”:

Even a vaccine that is around 75% effective in preventing disease symptoms would be a huge public advance, scientists reckon. […] And advocates rightly argue that the research and development of a universal flu vaccine — ultimately the only effective defence against future pandemics — merits a programme equivalent in scale to the Manhattan Project.

La vedo dura, durante la sua campagna elettorale Trump non era favorevoli.

David Cyranoski parla con ricercatori cinesi e non della clonazione di due macachi “con la tecnica usata per la pecora Dolly” – un po’ migliorata rispetto al 1996 – pubblicata ieri su Cell da Zhen Liu et al. (nel giro di un meno di un mese, una revisione fulminea!):

This paper really marks the beginning of a new era for biomedical research,” says Xiong Zhi-Qi, a neuroscientist who studies brain disease at the Chinese Academy of Sciences Institute of Neuroscience (ION) in Shanghai. […] But the achievement is also likely to raise some concerns among scientists and the public that the technique might be used to create cloned humans. “Technically, there is no barrier to human cloning,” says ION director Mu-Ming Poo, who is a co-author of the study.

Le barriere sono etiche, infatti, e in Cina potrebbero essere diverse dalle nostre.
Coincidenza, l’anno scorso i ricercatori cinesi hanno pubblicato più articoli di quelli basati negli USA, scrive Jeff Toleffson.

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Su Nature Physics, “Quantum violation of an instrumental test” di Rafael Chaves, Gonzalo Carvacho, Fabio Sciarrino e il suo gruppo del Quantum Lab della Sapienza et al. è il resoconto di un esperimento con una coppia di fotoni entangled, il secondo mandato per 100 metri in una fibra ottica. Dovrebbe aver aggirato i problemi delle disuguaglianze di Bell, quindi l’effetto a distanza ci sarebbe davvero invece di essere causato dalla misura strumentale. Il paper è uscito quando le Oche erano in vacanze, rif. com. stampa in inglese. Oggi è arrivato il com. stampa in italiano, non ci capisco molto di più.
questo paper di Rafael Chaves et al. va prima o dopo?

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Physicians for Human Rights chiede “giustizia per i Rohingya”:

Urge your congressional representatives to pass the Burma Human Rights and Freedom Act of 2017 (S.2060) and the Burma Unified through Rigorous Military Accountability Act of 2017 (H.R.4223) to support accountability for atrocities committed against the Rohingya, authorize assistance to entities that document evidence of abuse, and impose targeted sanctions against the senior officials responsible.

PHR ha spesso denunciato l’ipocrisia dei politici americani che rivendicavano la leadership mondiale nel far rispettare i diritti umani, ma finché nessun altro prende il relè… Per dire, in settembre il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione simile alle proposte di legge statunitense, forse la “società civile” potrebbe chiedere ai rispettivi governi cosa ne hanno fatto?
Un punto cruciale è l’autorizzazione in senso ampio. Le Ong birmane e internazionali come Action Aid possono intervenire solo all’interno dei campi profughi. E sempre a proposito di leadership, alla Cina – che ha più mezzi per influenzare il governo locale – non interessano i diritti umani, men che meno quelli di una minoranza musulmana.

1 commento

  1. Sylvie, se mi permetti completo il tuo digest sul numero odierno di Nature con un riferimento a un op-ed di Bernhard Url, executive director dell’EFSA (www.nature.com/articles/d41586-018-01071-9), che garbatamente chiede agli anti-biotech di non scassare più la minkia (mmm… si può scrivere in un commento in un blog?). Il succo è: se non volete che le agenzie come l’EFSA usino per il risk assessment i dati forniti dai produttori, che ovviam. vengono vagliati, come accade da decenni in vari settori, chiedete ai politici di finanziare le ricerche con soldi pubblici!
    Non saremo mai abbastanza grati a Url per avere sbeffeggiato la Facebook science: http://www.youtube.com/watch?v=ivQ0Ph9OWZU&feature=youtu.be

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