Aquarius, spiegazioni di una deriva

A Milano, ci ritroviamo oggi alle 18.30 in piazza della Scala. Il motivo è che da sabato le cose sono cambiate in peggio. E’ spiegato dal Cini:

Invece di creare un sistema lungimirante di migrazioni regolari e ordinate che metta a disposizione percorsi sicuri, e di promuovere il rispetto dei diritti umani nei paesi colpiti da guerre, povertà o persecuzioni, l’Italia – insieme agli altri paesi europei – sembra concentrarsi sempre più sulla chiusura delle frontiere, sul rifiuto del principio di solidarietà e su negoziati con governi che violano i diritti umani, allo scopo di impedire le partenze, come recentemente documentato dal CINI.

Dal ministro Toninelli:

Non c’è scritto da nessuna parte che il “place of safety”, cioè il luogo in cui devono essere sbarcati e messi in sicurezza i migranti, debba essere un porto. Può essere anche una nave, battente bandiera straniera. Di conseguenza noi chiederemo […] un’assunzione di responsabilità a quei paesi di cui le navi della Ong battono bandiera.

Nella realtà, la Guarda costiera italiana, la Marina militare italiana e navi mercantili hanno “sbarcato” 400 persone sull’Aquarius, che batte bandiera britannica. Siccome l’Aquarius è una “place of safety” per 200 persone al massimo e MSF rifiuta di “sbarcare” l’eccedenza a Malta, va scortata in Spagna dalla Guardia costiera e dalla Marina militare. Non c’è scritto da nessuna parte che la Spagna sta in Gran Bretagna.

E dal ministro Salvini con meno peli sulla lingua:

Lo Stato fa lo Stato, non abbiamo mai negato il principio della solidarietà, anche se da oggi non lo esercitiamo più da soli. A me interessa che non ci siano più associazioni che prendano l’Italia per un campo profughi.

Non sta parlando delle associazioni mafiose  travestite da cooperative, sia chiaro:

i porti sono chiusi solo per le Ong.

A lui “interessa che non ci siano più” la Croce rossa, la Caritas, Medici senza frontiere, Save the Children, Action Aid ecc. e i loro milioni di volontari e di donatori italiani d.o.c. Interessa anche ai suoi colleghi del governo, altrimenti dissentirebbero, vero?
Mi fermo qua, semmai ne parliamo stasera.

24 commenti

  1. Si si che bello, vi trovate a parlare. Bravi. Parlate parlate.
    Pranzo al sacco o fate tipo un’oretta e poi ognuno a cenare a casa propria? O si organizza qualcosa al volo, visto che è sempre una buona occasione per fare un po’ di caciara in nome di eventi benefici.

  2. Mi permetto un suggerimento al Ministro Toninelli, non rilasci interviste sull’argomento per evitare di mettere in luce la sua ignoranza. I nafraughi non solo devono essere portati a terra (place of safety) ma per giunta non appena ragionevolmente possibile.

  3. @Riccardo, oca
    doverosa premessa: non sono un elettore della maggioranza che sta esprimendo questo governo, e, in particolare, della lega non mi piace nulla, pur vivendo nella zona dove è nata e dove quasi metà degli abitanti la vota da sempre.
    Credo anche che tutti dovrebbero lavorare, o perlomeno non mettere ostacoli, all’obiettivo di rendere il mondo un posto migliore (o meno peggiore), favorendo una più equa distribuzione delle risorse, l’accesso quanto più vasto e gratuito all’istruzione (specie delle donne, con auspicabili conseguenze positive sulla demografia), combattendo la deriva climatica, gli sfruttamenti, il land grabbing, ecc ecc insomma la lunga lista che sappiamo.
    Ciò premesso e ciò sottolineato, credo che le eccessive semplificazioni, che vengano da Salvini o dai “buonisti” (partito al quale io mi iscrivo, pure in posizione un po’ eretica) nuocciano al dibattito e ai tentativi di risolvere il problema.
    Arrivo al punto: queste persone che salgono sui barconi non sono propriamente “naufraghi”. Per un minimo di correttezza andrebbe almeno aggiunto l’aggettivo “naufraghi volontari”. Concedetemi di pensare inoltre, che quello delle ong che “salvano” questi cosiddetti naufraghi, sia un ruolo quantomeno ambiguo. Anche un buonista come il soprascritto non riesce a fare a meno di vedere in questo ruolo una imbarazzante complicità con i trafficanti che si arricchiscono con il trasporto di carne umana.

    1. homoereticus,
      le persone recuperate in mare o da un’imbarcazione che sta affondando sono naufraghi in senso letterale.
      Dai dati che abbiamo, risultano migrare per sopravvivere, non per scelta, i meno disperati perché un parente li aspetta in un paese europeo.
      una imbarazzante complicità
      Perché? Non siamo noi delle Ong i mafiosi che comprano schiavi dai trafficanti.
      Io invece sono fiera di Action Aid e di tutte quelle che praticano il famoso “aiutiamoli a casa loro” oltre che a casa nostra.
      Chiediamo di cambiare gli accordi di Dublino da prima che ci fossero. Senza successo, ma forse qualcosa sta cambiando perché la maggioranza del parlamento europeo ha approvato una proposta che comprende parte delle nostre.
      Ci spero poco, i politici locali sanno bene quanti voti guadagnano con la bufala del “vengono tutti qui”.

  4. Al di là di buonismi e razzismi, io vorrei capire realmente quanto e per quanto ancora si può pensare di intervenire concretamente a supporto dei migranti, che sia qui o “a casa loro”.
    Bardi e soci, lo sai, continuano a parlarci della maledizione dei “ritorni decrescenti”, della torta delle risorse che si riduce sempre più, ecc. ecc., e io aggiungerei che ormai un bel “cigno nero” finanziario mi sembra tutt’altro che improbabile. In uno scenario del genere non so quanto spazio potrà ancora esserci per iniziative umanitarie; e lo dico con sincero rammarico.
    Secondo te?

    1. Paolo C.,
      Per una volta gli economisti sembrano concordi: i migranti fanno bene al PIL e alle casse dello Stato.
      Con il permesso di soggiorno, invece di lavorare al nero per schiavisti ed evasori pagano le tasse e la pensione alla percentuale crescente di >65 dei paesi a natalità decrescente.
      L’Italia, per esempio.
      p.s. al tuo posto non darei molta retta alle profezie di Bardi et al. Quelli son capaci di scrivere un libro sulla demografia senza mai parlare della condizione delle donne…

  5. Una nave conta poco a livello pratico, vista l’ entità del fenomeno migratorio, ma ovviamente ha un valore spropositato a livello massmediatico, senza considerare il valore incalcolabile del salvare vite umane.
    Al di là delle posizioni ideologiche sono curioso di constatare come andrà la stagione estiva degli sbarchi sui lidi italici. Mi aspetto razionalmente che il numero di essere umani salvati in mare dalle ONG e sbarcati nei porti italiani diminuirà rispetto a quello dell’ anno scorso, già relativamente modesto. Al contempo ipotizzo che il numero di potenziali naufraghi salvati dalla guardia costiera nazionale aumenterà in maniera complementare.
    Tra 4-5 mesi si tireranno le somme.

    1. pesafumo,
      ha un valore spropositato a livello massmediatico
      è spropositato se si pensa ai quattro gatti (gatte in realtà) di SOS Méditerranée. L’Ong da criminalizzare è innanzitutto MSF, le altre a ruota. Niente di nuovo, succede anche in Afghanistan, Siria, Libia, Sudan, Yemen… E quando non funziona, si passa al bombardamento – “dissuasivo” quando va bene.
      il numero di potenziali naufraghi salvati dalla guardia costiera nazionale aumenterà in maniera complementare
      Non sono sicura. Le navi delle Ong sono poche e la Guardia costiera rischia di arrivare troppo tardi.

  6. mah,
    di fronte a problemi di una complessità enorme, in questo mondo sempre più “piatto caldo e affollato” dove tutto è connesso con tutto nessuno ha una soluzione in tasca. Forse potrebbe non esistere nemmeno una soluzione.
    Anche l’osservazione di Paolo C. è fondata.
    La mia provocazione sulla complicità delle navi ong è fin troppo banale per richiedere una spiegazione. (E’ ovvio: i barconi partono anche (non solo, ma certo anche) perchè sanno di trovare una nave che li aspetta per “salvarli”).
    Del resto, se è vero che l’opinione di un anonimo che scrive in un blog vale zero, non si può nemmeno non vedere che la stragrande maggioranza della gente non desidera questa immigrazione, senza regole, senza filtri, che è solo vento nelle vele delle destre e si sta rivelando pure una pericolosa fonte di divisioni nel nostro continente. Basterebbe questo per farci riflettere e penso che Minniti, che certo un fascista non è, lo avesse capito bene.
    Il PIL: ma questo PIL non era un indice desueto, che “misura tutto, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta?”. Boh
    Aiutarli a casa loro: io ho in adozione da anni un bambino africano e continuerò (almeno fino a che il cigno nero di Paolo C non me lo impedirà). Sarò cinico, ma io non credo nell’altruismo, credo che tutti noi agiamo per il nostro interesse. Il mio è che il bambino africano un giorno non abbia bisogno di emigrare (e magari, grazie a un po’ di istruzione, impari a come non generare 15 figli morti di fame).
    grazie per l’attenzione, perdonate l’intrusione

    1. homoereticus,
      Grazie per l’adozione, se non lo ha già fatto spero che un giorno lo vada a trovare. Action Aid quando può, aiuta i genitori adottivi a fare il viaggio. Quello che dicono quando tornano aiuta molto.
      Sul PIL sono d’accordo con lei, riassumevo a Paolo C. quello che dice la Banca d’Italia.
      No so se la maggioranza dei migranti sia così sicura di trovare la nave di un’Ong. Qualcuno ci conta. Avrà pure comprato a caro prezzo per sé o per il figlio un cellulare con già dei numeri di telefono, ma non ha motivo di fidarsi del venditore.
      (Do per scontate le leggi del Cipolla, in qualunque gruppo c’è un tot di idioti e di delinquenti)
      credo che tutti noi agiamo per il nostro interesse. Il mio è che il bambino africano un giorno non abbia bisogno di emigrare
      Penso che molta gente dia del lavoro, o dei soldi come fa lei, a un’Ong perché agisca per il suo/nostro interesse. Si rende conto che tutto è connesso e non c’è una soluzione, ma migliaia che dipendono da noi. Piccole, provvisorie, insufficienti, però sono a nostra misura, ci somigliano.
      Quando l’attualità mi deprime, mi dico che siamo più di un miliardo a farlo e anche se non ci somigliamo per niente sto subito meglio!

      Merci, vieux blaireau. Et pas qu’en Piedmont, hier à Milan aussi.
      Per chi non ha Facebook, questo è il sito del gruppo Piemonte.

  7. @ocasapiens:

    le persone recuperate in mare o da un’imbarcazione che sta affondando sono naufraghi in senso letterale.

    Si certo, e assieme alla “dobbiamo sbarcarli il più vicino possibile perché abbiamo fretta e dobbiamo salvarne altri” è la classica modalità usata da chi smercia roba e non salva le persone. Cosa vieta alle navi delle ong di predisporsi per riuscire a distribuire la merce sulle coste che vanno dalla spagna fino all’italia invece di consegnare il tutto solo in italia? La fretta di salvare più vite possibile, CERTO. Ma ROTFL. Il caso della Aquarius sarà interessante perché dimostrerà l’ovvio e cioè che le persone in nave si possono portare fin in spagna, certamente nessuno si lamenterà che non si tratta di una crociera, ma questo era già chiaro fino dalla partenza.

    Dai dati che abbiamo, risultano migrare per sopravvivere, non per scelta, i meno disperati perché un parente li aspetta in un paese europeo.

    Migranti economici quindi. Ma non erano profughi?

    1. Paolo C.,
      ho letto, interessante. Sono d’accordo in parte con Simonetta, ma per dirla con la Banca d’Italia, nei paesi che invecchiano e si spopolano i migranti sono una “risorsa”. E’ su come gestirla che serve un accordo tra i paesi UE, non su quali regimi o quali bande armate pagare e quanto per rinchiuderla nei lager in Africa, Medioriente o Bangladesh.
      E per dirla con parole mie, servirebbe anche un accordo tra i paesi UE per smettere di sovvenzionare regimi disumani in cambio dell’accesso al loro mercato o alle loro materie prime.

  8. Non concentramoci su soccorsi, sbarchi e di chi sono le navi, il problema è sempre stato e resta la redistribuzione dei migranti in Europa. Se passa questo, diventerà ovviamente insensato far fare un viaggio di una settimana a tre navi fino in Spagna, è solo uno spreco di tempo e risorse.

  9. @Riccardo Reitano:

    il problema è sempre stato e resta la redistribuzione dei migranti in Europa

    Certo, e l’europa non ha nessuna reale intenzione di passare ai fatti. Naturalmente mica per cattiveria, ma per pura convenienza degli altri stati membri che non sono l’italia. Ogni nazione ragiona per se stessa cercando di massimizzare i propri vantaggi.

  10. un anno fa De Mauro su Internazionale scriveva:
    “Le frasi di Matteo Renzi sui migranti (“Noi non abbiamo il dovere morale di accoglierli, ma abbiamo il dovere morale di aiutarli a casa loro”) non sono un inciampo o un errore di comunicazione. Sono invece un buon indicatore dell’umore generale, perfino a sinistra. Un umore che Renzi asseconda e cerca di sfruttare, anziché combattere. Ma l’idea di “aiutarli a casa loro” è un bluff, un modo neppure troppo elegante di lavarsi le mani della questione. Perché se si fanno due conti, come li ha fatti Ilda Curti, esperta di relazioni internazionali e in passato assessore a Torino, si capisce subito che “aiutarli a casa loro” comporterebbe costi, non solo economici, di gran lunga superiori ad “accoglierli a casa nostra”.
    Bisognerebbe smettere di vendere armi e tecnologie militari ai regimi autoritari (l’Italia è l’ottavo paese al mondo per esportazioni di armi); sospendere ogni forma di sostegno economico ai governi corrotti; interrompere lo sfruttamento delle regioni da cui proviene gran parte delle materie prime di cui hanno bisogno le nostre industrie; affrontare e combattere seriamente il cambiamento climatico; investire in scuole, ospedali, sviluppo locale, infrastrutture, tecnologia, energia rinnovabile, reti di mobilità sostenibile; combattere l’economia dello sfruttamento, quella che ci fa trovare i pomodori a un euro al chilo nei supermercati; aprire canali umanitari che tolgano ossigeno a trafficanti e mafie; riformare e dare autorevolezza alle istituzioni internazionali, cedendo tutti un po’ di sovranità nazionale. E molto altro ancora, con l’obiettivo di combattere le disuguaglianze globali e pronti a rinunciare a parte dei privilegi dell’essere nati casualmente da questa parte del mondo.
    Ecco, per aiutarli davvero “a casa loro” bisognerebbe fare tutto questo. Ma è chiaro che nessun leader europeo ha realmente intenzione di farlo. Perché vorrebbe dire fare la rivoluzione.”
    (https://www.internazionale.it/opinione/giovanni-de-mauro/2017/07/14/casa-renzi-migranti)

    1. Giovanni,
      grazie. Quando l’avevo letto m’era venuto in mente che per i leader realizzare “tutto questo” sarebbe una rivoluzione, ma per i cittadini sarebbe la democrazia, finalmente.

  11. @giovanni:

    cedendo tutti un po’ di sovranità nazionale. E molto altro ancora, con l’obiettivo di combattere le disuguaglianze globali e pronti a rinunciare a parte dei privilegi dell’essere nati casualmente da questa parte del mondo.
    Ecco, per aiutarli davvero “a casa loro” bisognerebbe fare tutto questo. Ma è chiaro che nessun leader europeo ha realmente intenzione di farlo. Perché vorrebbe dire fare la rivoluzione.”

    bla bla bla bla. Invece di scrivere supercazzole faccia come homoereticus.

  12. AleD le rispondo non tanto per lieto abboccare alla schiumetta delle sue parole ma per precisare che la “supercazzola” non è mia ma di Giovanni De Mauro.
    Io, di mio, faccio troppo poco. Lo so e me ne cruccio assai, così come di un tenore di vita da cui dipendo e di cui è veramente difficile, pur provando, a disintossicarsi.
    Lei, troll o meno, rappresenta per me un limite. Io non la comprendo. Non vi comprendo. E’ per questo che perdiamo credo. Io, e altri come me, siamo sempre presi di sorpresa dalla ferocia. Dalla cattiveria. Pur sapendo, pur avendo studiato la storia, non ci capacitiamo. Ogni volta che arriva un Salvini, o chi per esso. Mi spiace.

  13. @giovanni: Se non capisce vuol dire che lei non ha mai fatto, rimanendo invece sempre nel chiacchericcio. Faccia invece di tergiversare. Lei e altri come lei.

  14. L’idea di aiutarli a casa loro è un bluff anche perché gli economisti sanno bene che un miglioramento del livello di vita in quei paesi inizialmente produce una maggiore propensione all’emigrazione. Non che non vada fatto, anzi, ma non è uno strumento che ha un effetto di riduzione del flusso di migranti nel breve termine.
    Quindi certo, siamo tutti daccordo, aiutiamoli a caso loro; ma questo non ci allevia il peso di gestire gli attuali flussi.

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