Effetto Streisand, V puntata: "Trasparenza e merito"

Riassunto puntate precedenti. In maggio, il Rettore dell’università di Ferrara Giorgio Zauli annunciava procedimenti legali contro Leonid Schneider, reo di aver riportato segnalazioni di PubPeer su immagini dubbie in sei delle sue pubblicazioni. (L’annuncio ha avuto l’effetto Streisand previsto: sono stati segnalati problemi in altre 36.) In giugno, la Commissione etica aveva accettato di esaminare la documentazione “difensiva” presentata dal rettore, scriveva Estense,

  • interpretandola come una richiesta di un parere da parte dello stesso Zauli sulla conformità del suo comportamento al Codice etico. Parere che arriverà probabilmente in occasione della prossima seduta, non ancora fissata.

Fine riassunto p.p.
Da allora ci sono state cinque sedute. Tutte avevano all’ordine del giorno quella “richiesta di parere protocollo n. 66968” del 1 giugno 2018. In novembre, riferiva Daniele Oppo di Estense, “la decisione era attesa a breve”. Infatti, l’ultima seduta è stata convocata il 10 gennaio scorso per la

  • Definizione della procedura sulla richiesta n. 66968/2018. Lettura collegiale e approvazione della relativa delibera.

Si fa peccato a pensare che

  • per la Commissione etica e il Rettore dell’università di Ferrara la trasparenza è un optional e
  • l’Associazione trasparenza e merito un ethics-washing?
  • La Commissione ha deliberato di tenere segreto il parere perché, se fosse reso noto, a) il Tribunale di Ferrara e il Garante per la privacy archivierebbero le denunce del Rettore contro Leonid Schneider,
  • b) sarebbe riconosciuta l’integrità scientifica di decine di co-autori alcuni dei quali non dell’università di Ferrara e
  • c) si creerebbe un precedente sgradito a baroni locali dalle pubblicazioni altrettanto problematiche?
  • La Commissione ha pertanto preferito seguire l’esempio dell’università Federico II?
  • Ecc.

L’università Federico II, preciso per i passanti occasionali, ha chiesto a Roberto Di Lauro di esaminare una decina di articoli su 85 con immagini “problematiche” del suo co-autore Alfredo Fusco. Appena prima di trasferirsi all’ambasciata italiana di Londra in qualità di “responsabile scientifico”, il prof. Di Lauro è riuscito a non trovarne neanche una, neppure cercando bene negli articoli ritrattati o corretti. L’università ha scelto di non pubblicare il suo rapporto – forse per non smentire il prof. Fusco che aveva accusato giovani tesisti di aver abusato di photoshop.
La procuratrice Stefania Buda del tribunale di Napoli indaga sull’attività del prof. Fusco dal… 2012.

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Mimose

Avviso ad ammiratrici/tori di Serena Tucci e/o degli antenati Denisovani. Brillantissima dottorata all’università di Ferrara (e dovreste vedere come brilla Silvia Ghirotto…) ora post-doc all’università di Princeton, Serena aveva lanciato mesi fa un crowdfunding per poter organizzare la sessione “Decifrare i Denisovani” alla conferenza dell’American Association of Physical Anthropologists – PhysAnt per gli amici.

Ha raccolto un quinto dei soldi, ma ci è riuscita lo stesso. La sessione si terrà in streaming, il 28 marzo, e inizierà alle 8 del mattino ora di Cleveland dice lei, ma a Denver, Colorado? E a Milano? Programma.

Apre la sessione Bence Viola, che presenterà la scoperta “eccitante” del primo frammento di un cranio denisovano, una notizia in via di pubblicazione su rivista, confermata 4 giorni fa. Si possono fare domande ai ricercatori della sessione via Twitter: hashtag #decipheringthedenisovans, anche per le indicazioni sullo streaming.

I fuori fuso orario potranno informarsi dopo, leggendo i commenti in diretta di @SerenaTucci @cegAmorim e @PhysAnth.

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Mimose anche per Smut Clyde. Via PubPeer, ha scoperto in un paper di ricercatori del Dipartimento di Urologia al Secondo Ospedale Generale dell’Artiglieria dell’Armata di Liberazione del Popolo, paper plagiato tra l’altro, uscito sul Journal of the Balkan Union of Oncology (omissis o non la finisco più) che le donne cinesi hanno la prostata.
E non è il 1 aprile.

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