Zauliade, 16ma puntata

Leonid Schneider ha pubblicato in inglese il rifiuto di accesso agli atti mandato da Monica Campana dell’Università di Ferrara a Daniele Oppo di Estense e invece di far lo spiritoso ci ha copiato sotto un’immagine tratta da un articolo del rettore Giorgio Zauli et al. e indubbiamente manipolata.

La notizia è che il responsabile dell’integrità dei dati per la rivista Blood gli ha spiegato che l’anno scorso aveva contattato gli autori di varie pubblicazioni dubbie, senza ottenere informazioni “solide” perché sono uscite tra 20 e 10 anni fa. Chissà cosa gli impedisce di mettere sull’edizione online una “expression of concern”…

Ieri Lucio Picci trovava disdicevole il modo in cui la dott. Campana motiva la segretezza dei risultati dell’indagine sulle immagini manipolate o meno negli articoli che il rettore Zauli ha scelto per dimostrare la propria integrità scientifica.
In particolare il professore dell’Università di Bologna è rimasto colpito da questa frase

  • … tutte le informazioni già fornite, direttamente o indirettamente, alla stampa

(Pro-memoria per i distratti. Le informazioni “già fornite, direttamente o indirettamente, alla stampa” consistono in una tragi-comica “Risposta del Rettore al Prof. Lucio Picci di Unibo” in cui il rettore auto-certifica la propria integrità e paragona a “Goebels” il destinatario perché aveva osato chiedere di conoscere il parere degli esperti consultati dalla Commissione etica sugli articoli da lui scelti a difesa ecc.)

  • sono state in tale ambito strumentalizzate ed utilizzate in modo tale da recare pregiudizio all’immagine dell’istituzione e di chi la rappresenta, si ritiene che sia altamente probabile che l’accoglimento della richiesta di accesso civico generalizzato in questo caso porti all’utilizzo dei verbali e dei dati richiesti, accompagnati da una lettura unilaterale degli stessi in un ambito di pubblica diffusione, producendo il medesimo trattamento pregiudizievole […]

Trovo che sarà utile all’avvocato di Leonid nel caso il Tribunale di Ferrara decida di processarlo per diffamazione dell’Università e del suo Magnifico. Da un lato conferma l’idea un tantino paranoide del rettore secondo la quale sarebbe la vittima di un complotto mediatico e dall’altro ammette che nel caso noi “Goebels” avessimo accesso agli atti ci verrebbe una crisi di Schadenfreude.

Stando al prof. Picci invece,

  • E’ grave che un funzionario pubblico esprima tali giudizi all’interno di un atto di un procedimento, in buona sostanza affermando che l’interlocutore è in malafede – e anzi, facendo almeno in parte derivare da tale indimostrabile pregiudizio il diniego alla richiesta. Ne va del principio di imparzialità dell’agire dell’amministrazione, e di un – ammetto, più etereo – criterio d’eleganza.

Ma che pretese. Provi lui a essere elegante mentre piange a dirotto sulla tastiera e tira su col naso perché noi “Goebels” siamo meno affezionati al suo capo dei leghisti e dei fascisti ferraresi.

Oggi Estense riferisce il parere di Lucio Picci e l’intervento della consigliera comunale del Pd, Ilaria Baraldi:

  •  Il primo ad avere interesse ad una assoluta trasparenza (che non può essere solo del metodo, ma anche del risultato, e che non coincide solo con la “pubblicità” dei dati richiamati ma con la loro massima accessibilità) dovrebbe essere proprio il Prof. Zauli, per ragioni personali e accademiche, avendo tutto l’interesse a sciogliere ogni dubbio sulla regolarità delle sue ricerche. Dovrebbe volerlo anche in quanto Rettore, per difendere l’onorabilità della carica che ricopre temporaneamente in rappresentanza dell’Ateneo. 

Già, per quali ragioni personali e accademiche il rettore non vuole sciogliere tutti quei dubbi? Non lo ha fatto neppure con i direttori delle riviste scientifiche.

  •  Dovrebbe volerlo la Commissione Etica, per dimostrare la correttezza del proprio giudizio. Dovrebbe ovviamente volerlo l’Università tutta per chiudere definitivamente un caso che ha prodotto e produce imbarazzo,

Avrà notato anche lei che in teoria tutto il personale dell’Università ha accesso agli atti e in pratica nessuno difende l’integrità del rettore?

  • non tanto e non solo per il merito della causa scatenante (le ricerche del prof. Zauli) quanto per l’atteggiamento di chiusura a ogni giudizio esterno che ne è seguito e che, appunto, non fa onore ad un luogo che produce conoscenza, basando la sua ragion d’essere sulla libera circolazione di idee. Dovrebbe, infine, volerlo la città tutta, per il legame inscindibile di Ferrara con il prestigio e il valore della nostra Università.

Non vorrei deludere una consigliera che a Ferrara si è laureata in giurisprudenza, ma temo che alla sua città la Facoltà di medicina porti valore soltanto nel senso di soldi.