Dal 1974 avevo un conto aperto alla libreria Feltrinelli di via Manzoni, era anche il mio posto preferito per gli appuntamenti in centro. Mi teneva Libération del giovedì con l’inserto libri, il TLS o la New York Review of Books, pagavo una volta al mese o quando rientravo in Italia.
Alla domenica mattina era facile incontrare altri editori, scambiare consigli, entusiasmi, critiche, pettegolezzi. Ci passavano scrittori di tutto il mondo anche perché era a due passi dalla casa editrice, come un salon littéraire di Inge Feltrinelli, però aperto a tutti.
Solo che l’affitto era da banca o da multinazionale della moda – le principali clienti dell’edicola – una cifra assurda per i profitti di una libreria così. Adesso chiude, mi sento un po’ orfana e non credo di essere la sola a pensare che finisca un pezzo di storia milanese.
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Associazioni di idee (O’s digest)
Per la serie “Foreste, tema dell’anno”, ho dimenticato di segnalare una ricerca di Vanessa Buzzard e tanti ricercatori cinesi coordinati da Brian Enquist su Nature Eco&Evol. Dovrebbe togliere parecchie illusioni a chi sostiene che basta piantare miliardi di alberi per risolvere la crisi climatica e ambientale. Tra l’altro conferma l’influenza della temperatura su microbi e muffe dei suoli, trascurata da tutti i programmi di riforestazione, quello del governo cinese in primis.
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Nel Guardian, anche Carola Rackete collega cambiamenti climatici e l’emigrazione dai paesi africani che hanno contribuito nulla o pochissimo all’aumento di gas serra in atmosfera. .
I Climalteranti pubblicano un post sugli scioperi dovuti alle ondate di calore, e più in generale su clima, produttività e sicurezza del lavoro e mobilitazioni sindacali. Questa mattina a Radio popolare, un apicoltore lamentava che da fine maggio le sue bottinatrici sono in sciopero. Anche quelle degli apicoltori che conosco.
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Per favore, non facciamo confusione. L’amata moscerina in onore della quale era stato fondato il Drosophila melanogaster‘s Genetics & Neuroscience Fan Club non è la Ceratis capitata che rovina i frutteti.
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Grazie a Repubblica (e nel suo piccolo al Foglio, saldamente anti-ecologia) Jovanotti è riuscito a rendersi ancora più antipatico e ancora più spettacolare la débâcle del WWF Italia (h/t radioprozac).
Sempre grazie a Republica, il rettore Zauli diventa ancora più complottista, smemorato o bugiardo del solito (h/t E.K.Hornbeck). Non è accusato di plagio, Leonid Schneider avrà anche scritto a “numerose riviste”, ma Zauli non le ha contattate tutte: anche alla Nuova Ferrara diceva di averne contattato una sola.
Daniele Oppo avendo già commentato sul suo blog, passo a
Zauliade, 19ma puntata
- La Federazione Lavoratori della Conoscenza-CGIL e il Comitato Nazionale Universitario di Ferrara condividono la preoccupazione di importanti personalità della Comunità Accademica a proposito delle ombre che si profilano sui vertici dell’Ateneo estense. La mancata pubblicazione degli atti della Commissione Etica, circa le accuse mosse al Rettore per le note attività di ricerca, merita una risposta chiara. Riteniamo doveroso dissipare questo alone di opacità […] rendendo pubblici gli atti…
Il comunicato non è uscito sul sito dell’Ateneo, perché la sezione “notizie” riporta unicamente quelle gradite al Rettore? Le personalità importanti sono rivelate nell’articolo della Nuova Ferrara, insieme al parere reiterato dall’assessore Alessandro Balboni (qui a destra del rettore), fascista come il padre e delegato ai “rapporti con l’università”: sarebbe un gomblotto della sinistra.
Nel frattempo, un centinaio di co-autori di Zauli restano sospettati di riciclaggio e manipolazione di immagini e dati, un’usanza di altri ricercatori e ricercatrici biomed estensi firmati non da Zauli ma da Carlo Maria Croce. Tutti stanno zitti meno il prof. Gian Matteo Rigolin, dimissionario della Commissione Etica, che l’anno scorso si era ricusato per non partecipare all’indagine sulla manciata di articoli che il rettore aveva scelto a difesa della propria integrità scientifica.
Chissà gli altri…
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Quanto influiscono i pregiudizi razziali negli incontri letali con la polizia statunitense? chiede Lynne Peeples su Nature. I dati sono incompleti, dicono i ricercatori, ma quelli esistenti confermano che uomini afro-americani vengono uccisi da due a tre volte più dei bianchi.
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Al piagnone Alessandro Strumia e agli strumioni che abboccano alle fantasie di Simon Baron-Cohen, raccomando l’articolo di Emily Underwood su Science:
- Of the many proposed triggers for autism, one of the most controversial is the “extreme male brain” hypothesis. The idea posits that exposure to excess testosterone in the womb wires both men and women to have a hypermasculine view of the world, prioritizing stereotypically male behaviors like building machines over stereotypically female behaviors like empathizing with a friend. Now, a study is raising new doubts about this theory, finding no effect of testosterone on empathy in adult men.
L’esperimento di Amos Nader et al. non è il primo a smentire Baron-Cohen, ma è progettato per verificarne/falsificarne le tesi e con tutti quei volontari ci riesce benissimo.
@ Oca Sapiens
Non so se l’aveva gia’ vista ma… nel dubbio: mi sono imbattuto in una breve nota di Zauli, sul sito di UniFe, rivolta “A tutto il personale docente e non docente di Unife”, che riprende in parte (o forse e’ il contrario?) quanto riportato dall’articolo di Zunino su Repubblica.
Eccone il contenuto:
“Negli ultimi giorni sono nuovamente apparse su alcuni organi di stampa “non notizie” destituite di ogni fondamento relativamente a presunti errori presenti in pubblicazioni scientifiche di cui sono coautore.
L’infondatezza e assoluta pretestuosità di tali non notizie è testimoniata dal fatto che solamente due riviste scientifiche sulle decine di “segnalazioni” inviate loro da diversi bloggers hanno chiesto e ottenuto chiarimenti. In entrambi i casi, gli Editors delle riviste hanno convenuto che si trattava di meri errori materiali, avvenuti nella fase di editing e che nulla avevano a che fare con la validità del contenuto scientifico degli articoli pubblicati. Entrambi gli Editors hanno ringraziato i corresponding authors per i chiarimenti ricevuti ed uno dei due Editors non ha neanche ritenuto di provvedere all’errata corrige. Chiederò ai coautori di tali due lavori il permesso di rendere disponibile riservatamente tale corrispondenza a tutto il personale di Unife, che ne faccia esplicita richiesta nei prossimi mesi.
Non verrà ulteriormente tollerata la diffusione di notizie calunniose e chiaramente diffamatorie per tutelare la reputazione mia personale e soprattutto dell’Ateneo, che continuerò a dirigere con disciplina e onore fino al 31 ottobre 2021.”
Forse sono le mie capacita’ logico-matematiche che sono tramortite dall’eccesso di brandy della cena di stasera ma, francamente, non capisco che senso abbia sostenere che sono “destituite di ogni fondamento” le notizie relative a “presunti errori presenti in pubblicazioni scientifiche di cui sono coautore” e, subito dopo, confermare la presenza di “errori materiali” negli articoli pubblicati presso due riviste.
Comunque, partendo dall’assunto (a.k.a.: ammesso e non concesso) che gli “errori materiali” siano irrilevanti riguardo alla “validità del contenuto scientifico degli articoli pubblicati”, trovo assolutamente incomprensibile l’ostinazione con cui si vuole mantenere la riservatezza riguardo alle conclusioni della commissione etica: fosse vero quello che sostiene, Zauli avrebbe tutto l’interesse a dargli massima pubblicita’, non a cercare di nasconderle.
Dal momento che vengono tenute ostinatamente riservate, come posso non sospettare che riportino qualcosa di piu’ imbarazzante di qualche innocuo “errore materiale”?
E anche la corrispondenza con i due editors: Zauli dovrebbe avere l’interesse a renderla pubblica, non a renderla disponibile, “riservatamente”, al solo personale UniFe che ne faccia richiesta.
E, comunque, non capisco la ratio che sta dietro al consentire al personale delle pulizie e agli uscieri di UniFe (senza offesa per il personale delle pulizie e gli uscieri) di leggere quella corrispondenza specialistica ma non consentirlo ai biologi di altre universita’.
E.K.Hornbeck,
la logica non è il suo forte, in effetti. Forse con
“non notizie” destituite di ogni fondamento
si riferisce a quella che aveva dato lui alla Nuova Ferrara e a Repubblica: non una ma due riviste hanno chiesto spiegazioni ai “corresponding authors”.