Una storia esemplare

Dopo l’exploit, finanziato dalla Boiron, del peggior articolo mai uscito in omeopatia, nessuno si aspetta che l’università di Bologna dia il buon esempio quando è costretta da whistle-blowers temerarie a verificare l’integrità scientifica di una ricercatrice e delle sue co-autrici. Tanto più se nei media ne ha vantato le scoperte, i finanziamenti milionari e la start-up venduta a una società americana.

Tutti si aspettano che le whistle-blowers siano azzittite e/o perseguitate, Elisabetta Ciani et al. promosse con l’approvazione dei colleghi, e per aggiungere al danno la beffa proprio durante il glorioso “Programma triennale per l’integrità e la trasparenza”.

Lo raccontano i documenti che dovevano restare segreti, pubblicati su For better science da una whistle-blower che invece di lasciarsi intimidire ha scoperto altre manipolazioni. Cliccate qui, se non soffrite il mal di mare.
Abstract per chi non se la sente: nonostante fosse svolta da signori con un ovvio conflitto d’interesse, l’indagine ha confermato che i dati erano falsi. Ma la colpa era dei topi usati in un esperimento, uno solo, adesso è tutto sistemato, ha scritto il Magnifico a Telethon che aveva sospeso un grant.

Ai contribuenti e ai donatori raggirati, verrà il dubbio che gli onesti non esistono. Invece ne conosco perfino nei dipartimenti bio-med, ma quando chiedono “chiarimenti” vengono ignorati e derisi. ‘Sti poveri illusi, credono che la reputazione di un ateneo valga più di quei soldi, su che pianeta vivono?

Dubito che il prof. Lucio Picci di UniBo si aspetti una risposta dal suo Magnifico.
Leonid Schneider si aspetta le solite minacce legali.
Un mese fa, il Journal of Biological Chemistry ha ritrattato Ciani et al 2002Trazzi et al 2013, adesso cosa ci aspettiamo da Telethon?