In USA, scrive il Wall Street Journal, tre BigPharma si ribellano ai nuovi annunci di Trump secondo quale il vaccino americano anti-covid sarà disponibile in ottobre. D’altronde gli basta raccomandare una terapia di massa perché il 70% della massa faccia un gesto volgare. Pfizer, Johnson & Johnson e Moderna faranno presto sapere che mai e poi mai venderebbero un prodotto senza aver compiuto e pubblicato tutti gli studi che ne garantiscono la sicurezza.
In Russia, personale militare e sanitario viene già vaccinato con lo Sputnik V – approvato da Putin in persona il 12 agosto – che nella letteratura si chiama Gam-COVID-Vac. I risultati preliminari di due studi di fase 1 (detta 1-2, forse perché un gruppo riceveva un richiamo – “booster”) sono stati pubblicati dal Lancet ieri dopo peer-review. Mi sembra che ci siano un po’ di problemi.
Per i vantaggi, rif. commento di Naor Bar-Zeev e Tom Inglesby.
Mettiamo pure che la peer-review sia stata accelerata, il testo originale sarà arrivato circa una settimana fa. Gli autori dicono che i 76 partecipanti sono stati reclutati
- Tra il 18 giugno e il 3 agosto 2020
e tutti sono stati seguiti per “42 giorni” – come nel com. stampa del 12 agosto. Il primo problema è aritmetico. Il secondo è che
- La dose è stata stabilita in base a studi preclinici (dati non pubblicati)
Nemmeno in una rivista russa?
Il terzo è che i 76 volontari sono dei giovanotti sanissimi tra i 25 e i 31 anni, suddivisi in 6 gruppi (9 + 9 + 20). Se per ciascun gruppo, altrettanti volontari ricevevano un placebo, in caso di infezione avevano ottime probabilità di non ammalarsi e di sviluppare le stesse difese immunitarie. Ma non c’era alcun gruppo placebo.
Il quarto è che a parte il dolore causato dall’iniezione (44 partecipanti – 58%), gli effetti avversi sono anche sintomi del Covid-19 “di lungo corso” compreso, degli asintomatici all’apparenza
- ipertermia (38 [50%]), cefalea (32 [42%]), astenia (21 [28%]) e dolori muscolari e articolari (18 [24%]).
Il quinto è che nessuno sa se la reazione immunitaria ottenuta dopo la seconda dose previene l’infezione (i ceppi di Sars-Cov-2 in circolazione ormai sono parecchi e sono stati documentati reinfezioni dovute a ceppi diversi) e per quanto tempo. Risultato
- E’ necessaria un’ulteriore ricerca sull’efficacia di questo vaccino nel prevenire il Covid-19
Almeno gli autori sono sinceri. Il Ministero della difesa che coordina l’operazione ha già previsto una fase 3 con 40 mila partecipanti, seguiti per 180 giorni.
Dalla panoramica di Nature aggiornata al 2 settembre, dei 321 “candidati”, 32 vaccini sono attualmente provati su volontari i quali, nella fase 3, saranno 280.000 in 470 località di 34 paesi. Particolari qui.
Siam messi bene…
Cimpy,
be’ meglio dei russi di sicuro…