L'ultima frase


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Si mette nei panni di Cassandra, quindi è simpatico, ma non sono i panni suoi. Così il bardo Ugo segnala – via il portavoce del PdL Maurizio Morabito – questa intervista di una tonta o finta tonta a John Fraser, psicologo, architetto ed educatore dell’Institute for Learning Innovation (da evitare se ne è rappresentativo). Fa parte

di un piccolo gruppo di psicologi che s’interessano alla salute mentale degli ambientalisti – a come gli attivisti di professione, gli educatori ambientali, i ricercatori orientati alla conservazione dell’ambiente affrontano l’evidenza quotidiana della distruzione dell’ambiente.

Tutti gli ambientalisti essendo identici.

Parlare con ambientalisti, dice Fraser, è come parlare con un mucchio di cow-boys maschilisti

Le donne sono il 65% degli ambientalisti, ma con quelle non ci parla. Parla solo con i cow-boys che non riconoscono il “trauma emotivo” inflitto dal proprio lavoro, non hanno il “senso dell’umorismo” né delle proporzioni:

durante una riunione, la conversazione può surriscaldarsi su delle quisquiglie. Fuori dalla comunità ambientalista, non ho mai visto un tale livello di passione attorno a temi minori.

Un altro che alla riunione di condominio manda la moglie, presumo. Notato che i cow-boys sono privi di autocoscienza, ha sondato quella di 140 di loro. Dalle risposte a domande tipo “lei cos’ha provato dopo l’uragano Katrina?” desume che tendono alla “narrazione tragica. Ha un rimedio, buttarla sul ridere:

L’intero modo in cui abbiamo creato le nostre città è davvero una commedia degli errori. Pensiamo di aver il potere di costruire un’alzaia capace di trattenere l’intero golfo del Messico? Ok, davvero? Siamo o non siamo scimmiette tremendamente orgogliose? Credo che possiamo iniziare rendendoci conto di avere creato condizioni che consentono un umorismo non solo paradossale ma francamente molto assurdo (very absurdist humour). Può essere scioccante dirlo quando la gente muore ma si può anche tradurre in umorismo ecc.

Gli abitanti non ambientalisti di New Orleans stanno ancora gongolando infatti, e chissà come hanno fatto gli ambientalisti a creare le “nostre città” secoli prima di nascere.
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Ammirato davanti a un simile livello intellettuale, l’ing. Morabito del PdL opina sul “pessimismo senza sbocchi” di ambientalisti mai visti in vita sua e odiati con una passione per le quisquiglie che nemmeno i miei condomini. E’ ammirato pure il bardo Cassandra che dà torto a M. Morabito come tutti e ragione a Fraser:
“E’ perfettamente vero, infatti, molti ambientalisti soffrono di stress.”
Sapesse i banchieri. Gliene dico quattro.
Non dovevo. Avevo saltato il finale:
Aggiungo che a mio parere questo è dovuto anche alla dieta sballata che alcuni di loro fanno.
Un pensiero da vera sorella o da toscano buongustaio? Homunque scusami, Hassandra.