Settimana di premi Nobel e IgNobel

Un paio d’ore fa, il Nobel per la medicina e la fisiologia è andato a Andrew Fire e Craig Mello, scopritori nel vermiciattolo Caenorhabditis elegans (qui sopra si chiude a cuore, per la soddisfazione?) “dell’interferenza del RNA”. Si tratta del fatto che un doppio filamento di acido ribonucleico può impedire la sintesi delle proteine ordinata dai geni. I quali, si sa, sono fatti di un doppio filamento di DNA, o acido desossiribonucleico.

Fra le ragioni per concordare con la scelta fatta dal comitato dell’istituto Karolinska di Stoccolma, ecco le mie: intanto ringiovanisce un po’ la categoria, Fire ha 47 anni e Mello 46 e mezzo. La scoperta è recente e davvero sensazionale. Ribalta il “dogma” secondo il quale sono unicamente i geni a dettare alle cellule se e quali proteine produrre.

Non dovrebbero esserci polemiche. Erano in parecchi a sospettare che l’Rna, detto messaggero, riscrivesse ogni tanto i messaggi originali del Dna invece di portarli tali e quali a destinazione, ma a pubblicarlo per primi sono stati loro due, sul settimanale Nature nel 1998. Aprendo la strada alla scoperta di altri interventi dell’Rna, anche di suoi frammenti minuscoli, a complicare ulteriormente la faccenda.