Guerre (teoriche) tra stringhe e anelli

loop_quantum_gravity.jpg
Se mi ripeto abbiate pazienza, è l’età che avanza, ma trovo la fisica teorica uno dei grandi piaceri della vita. In questo momento però è uno strazio. I teorici di stringa e gli altri stanno litigando come straccivendoli e ho amici da entrambe le parti.

Per far in fretta, diciamo che dagli anni Venti, la fisica è spaccata in due: da un lato quella quantistica che descrive ottimamente le particelle e le forze con le quali interagiscono; dall’altra quella relativistica che descrive ottimamente il comportamento della materia su grande scala e la forza di gravità che la tiene insieme.

Il problema è che mentre le altre forze si possono “quantizzare” – ridurre a particelle che ondulano in campi d’energia (questa, i fisici non me la perdoneranno) – la gravità resiste alla quantizzazione.

Da trent’anni, gli stringhisti promettono di unire le due teorie in una sola. Secondo loro, non le particelle ma minuscole stringhe sono i componenti di base della materia. Queste – adesso semplifico da matti – vibrano ”come le corde di un violino” di energia enorme, in 11 dimensioni e così producono questo universo. Solo che le dimensioni non si trovano e che dalla teoria di stringa ne sono derivate altre decine e ne risultano altrettanti universi, ognuno fatto a modo suo e per ora nessuno che somigli al nostro.

Fa niente, son teorie “matematicamente” belle ed eleganti, dicono gli stringhisti. Eh no, esiste un mondo reale e con questo vi dovete misurare, ribattono gli altri, altrimenti “Anything goes”, come cantava Cole Porter. Infatti, finché le teorie non fanno previsioni di quantità misurabili nel mondo reale o con strumenti come gli acceleratori, non si sottomettono alla “prova” dei fatti. E la prova, il risultato che esperimenti successivi confermano o modificano, è il fondamento della scienza così com’è intesa qui da circa mezzo millennio.

Gli amici stringhisti non se la prendano, ma siccome predominano loro nelle università e nella stampa da una generazione circa, per ora simpatizzo con gli altri.

Con Carlo Rovelli della teoria della gravità quantistica ad anelli (o a loop) in particolare. Dagli Stati Uniti è tornato in Europa con una cattedra all’università di Aix-Marseille. Adesso dovrebbe insegnare all’università La Sapienza di Roma che l’ha assunto anni fa “con chiamata per chiara fama”. Sennonché continua il blocco delle assunzioni anche con la nuova finanziaria, da quanto se ne capisce, a dispetto dell’appendice di 25 pagine sulla ricerca – futuro dell’Italia – al programma con il quale si è fatta eleggere la coalizione ora al governo.

Che il programma faccia la fine del contratto con gli italiani? E di quello di Rovelli con La Sapienza?

p.s. del 12 ottobre: per la precisione, l’università ha “chiamato” e il ministero non ha “assunto”.