Al secondo International Symposium on Private Spaceflight che si teneva martedì a Las Cruces (New Mexico), i dirigenti di aziende aeronautiche e di fondi di investimenti presenti prevedevano un grande futuro per il turismo spaziale. C’erano anche medici e astronauti della NASA i quali hanno suggerito agli aspiranti turisti di:
– prendere un farmaco contro il mal di mare, ma non di quelli che provocano ritenzione d’urina;
– lasciare il bagno pulito come lo si è trovato entrando, altrimenti si creano attriti con l’equipaggio;
– non guardare né fotografare il Sole senza lenti speciali;
– tagliarsi i capelli prima di partire, per non perdere tempo a lavarli, consumando acqua preziosa;
– portarsi del nastro adesivo per acchiappare pezzi di filo dentario o di unghie che galleggiano nella cabina e danno fastidio agli altri;
– non giocare con gocce di bibite colorate, anche queste galleggiano e finiscono con spiaccicarsi da qualche parte, sporcando. Se proprio proprio… meglio giocare con gocce d’acqua…
Come sempre, nel pubblico c’era chi voleva sapere se c’era la possibilità di avere rapporti sessuali, lassù. Tom Jones, ex astronauta Nasa e ora consulente della Space Adventures, l’unica agenzia di viaggi spaziali in attesa della Virgin Galactic, ha detto che su quel punto era meglio “contattare direttamente i responsabili dell’ufficio commerciale”.
Ah sì?