Caro Colonello Muammar al-Gheddafi

2 novembre 2006
Noi, premi Nobel per le scienze, siamo molto preoccupati per il processo in corso a Tripoli contro le cinque infermiere bulgare, Valya Chervenyashka, Snezhana Dimitrova, Nasya Nenova, Valentina Siropulo, Kristiana Valcheva, e il medico palestinese Ashraf Ahmad Jum’a. Rischiano la pena di morte, accusati di aver infettato 426 bambini con HIV nell’ospedale Al Fatah di Bengasi, nel 1998. Prove scientifiche solide sono necessarie per stabilire la causa dell’infezione, eppure quelle fornite da esperti internazionali non state ammesse finora dalla Corte. (…)

Comprendiamo l’angoscia e il dolore dei genitori di questi bambini e la difficile situazione in cui si trovano le autorità libiche nell’affrontare la situazione. Tuttavia pensiamo che perché giustizia venga fatta, occorre che la difesa possa svolgere il proprio lavoro.

Il 29 agosto, il procuratore ha richiesto di nuovo la pena di morte per i sei imputati. La prossima e probabilmente l’ultima udienza è fissata per il 4 novembre e la sentenza verrà pronunciata poco dopo. Chiediamo alle autorità preposte di prendere le misure necessarie perché le prove siano esaminate.

Per fare giustizia e garantire un processo equo, riteniamo necessario che
– gli avvocati della difesa abbiano la possibilità di convocare e di interrogare testimoni a favore degli imputati, nelle stesse condizioni previste per i testimoni a sfavore, e che
– le autorità preposte chiedano a esperti di AIDS di reputazione internazionale di esaminare le prove relative alle cause dell’infezione dei bambini con HIV, e di riferirne alla Corte.

Sincerely yours,

Firmato: Richard Roberts e 113 premi Nobel.