Cronache dalla Baia III

San Francisco, oggi lievemente coperto, tempo fresco,

All’AAAS ieri c’era ressa ovunque. Alla conferenza sullo stress di Robert Sapolsky – neuroendocrinologo dell’universita’ Stanford, ne ho scritto spesso, non vorrei ripetermi o mi prenderete per piu’ rimbambita del solito, semmai googlatelo – non c’era posto nemmeno dopo che avevano triplicato l’aula.

La cosa piu’ frustrante era sentire le risate di quelli seduti dentro che, preveggenti, erano arrivati mezz’ora prima.

Ho seguito i seminari di robotica che sono andati avanti per tutto il giorno. Nel cast:
– veicoli autonomi come la Junior di Stanford che mira a andarsene in giro da sola per la citta’ entro quest’anno;
– robot badanti che per adesso fanno la spia se la badante in carne ossa esce a fumare sul marciapiede nell’orario di lavoro;
– robot che monitorano l’ambiente e i suoi abitanti non umani, compreso uno “birdwatcher” fatto apposta per riconoscere anche il famoso picchio dal becco d’avorio (Campephilus principalis) avvistato in un bosco dell’Arkansas un paio di anni fa, che si credeva estinto e siccome non s’e’ piu’ avvistato forse lo e’ davvero;
– robot partner con i quali possiamo cooperare e interagire, dotati di “talenti sociali”, progettati da Cynthia Breazeal del Massachusetts Institute of Technology. Lei riflette sui rapporti che avremo con i robot in generale: “Nella gamma che va dalla lavatrice agli altri esseri umani passando dalle altre specie animali, secondo me i robot ‘intelligenti’ stanno vicino agli animali da compagnia, radicalmente ‘altri’ e insieme familiari.”  Prima di pensare “tutta fantascienza”, dovete sapere che e’ stata lei a progettare Kismet, il robot detto ‘emotivo’ per le sue espressioni facciali e per le reazioni che suscitava negli astanti.

Ieri sera, conferenza plenaria di Steven Chu. Di nuovo paragona il progetto Helios – per la ricerca di una produzione efficiente di biocarburanti – al progetto Manhattan per la costruzione dell’atomica. So che e’ un pacifista (vedi precedenti cronache), ma non so se la metafora sia rassicurante.