La Fab fai da te
Le Fab sono quelle stampanti che al posto dell’inchiostro usano materie plastiche per costruire oggetti in tre dimensioni. Una di tipo industriale – per fare prototipi di altre macchine, per esempio – costa sui 100.000 dollari.
Da un comunicato stampa dell’università Cornell, vedo che lì ne hanno costruita una con pezzi già in commercio, al costo di 2.300 dollari. Il progetto per assemblarla e il software per programmarla sono entrambi “open source”, quindi tutti possono migliorarla. Anche il sito web, con tutte le istruzioni necessarie, è fatto per essere migliorato da chi lo usa, infatti è un wiki: www.fabathome.org
Per ora, le fab sono usate nei dipartimenti di ingegneria delle università e in qualche science centre, a disposizione dei ragazzi, e anche in progetti educativi in Africa. Fabbricano cose elementari, barre di cioccolata, decorazioni sulle torte, pezzi di Lego, siringhe usa e getta (senza l’ago), cinturini per orologi, vaschette per i cibi, bottiglie per bevande.
Ma a Cornell, Hod Lipson, il prof, e Evan Malone, lo studente, sono riusciti a ottenere anche una batteria funzionante.
Al Massachusetts Institute of Technology, il laboratorio “Bit e Atomi” punta meno sul favorire l’altrui creatività e più su applicazioni pratiche. Per esempio in India per risparmiare sul diesel o in Norvegia per mettere radio-orecchini alle pecore (tracking)…
http://cba.mit.edu/projects/fablab/
Il fabbing è una rivoluzione, dicono in molti. Basta variare il contenuto delle cartucce e immaginare nuovi usi. Fab “commerciali” vengono vendute da start-up americane, o da aziende giapponesi.
Segnalo quella di Cornell proprio perché è open source, a disposizione di tutti e il prezzo dovrebbe renderla accessibile a scuole e università del terzo mondo (queste possono comunque chiedere un contributo all’Outreach dell’università).