Hawking, andata-ritorno nello spaziotempo

Stephen Hawking è rientato a Cape Canaveral ieri felice del suo volo suborbitale. Su uno di quei aerei detti “vomit comet”, perché arrivano quasi a 0 gravità e lo stomaco ne risente. Usando un muscolo della guancia per cliccare sul computer le parole che il suo vocalizzatore poi pronuncia, ha detto di voler stimolare così  l’interesse dell’opinione pubblica per lo spazio.

Spera di essere invitato da Richard Branson a volare su una delle navette suborbitali della Virgin Galactic che entreranno in servizio nel 2009. E che ci siano alieni intelligenti sui pianeti extrasolari che si vanno scoprendo, perché qui sulla Terra l’intelligenza difetta.

Riferisco la notizia come aggiunta ai commenti sulla scoperta di un pianeta in zona abitabile, vedi “Bravo Didier!”.  E perché è difficile dimenticare che quando i medici hanno diagnosticato a Hawking una sclerosi laterale amiotrofica, gli hanno detto che gli restavano dieci anni di vita. Ne sono passati quaranta.