Pesticidi e sesso

Strana combinazione. Nei lanci di notizie di Eurekalert, vedo questa: all’università di Granada per la sua tesi di dottorato, Maria José Lòpez Espinosa ha analizzato campioni prelevati dalla placenta di 308 donne che avevano partorito in città tra il 2000 e il 2002. In tutti i campioni c’erano organocloruri, provenienti da 17 tipi di pesticidi molto usati in agricoltura, e tassi elevati di quelli che interferiscono con la produzione di ormoni in momenti critici dello sviluppo fetale, con conseguenze sull’apparato riproduttivo dei feti maschi. Ma la notizia, confermata anche in altri paesi – lo studio fa parte della ricerca “Environmental Reproductive Health” finanziata dalla Commissione Europea – risale a quasi un anno fa.
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I risultati ottenuti finora in Inghilterra e Danimarca sono altrettanto impressionanti. Confermano tra l’altro il libro di Sandra Steingraber, Having Faith (Faith è il nome della figlia!). An Ecologist’s Journey to Motherhood, Perseus, Cambridge Mass. 2001, 340 pp.  Non è tradotto, chissà perché. E’ scritto in maniera stupenda, e potrebbe essere utile anche alle donne italiane, almeno alla minoranza che decide di fare figli.
Comunque quello che mi ha colpito è che sotto questa notizia vecchia, finita lì ieri non so come, ce n’è una nuova: Agnieszka Doroszuk, dell’università di Wageningen in Olanda, ha scoperto che il nematode Acrobeloides nanus vive più a lungo e si riproduce di più nei suoli inquinati (da metalli come il rame, per esempio). In termini di evoluzione, la bisessualità è arrivata tardi e stando alla spiegazione tradizionale, fornirebbe un vantaggio riproduttivo. Per cui  cercarsi un partner è un gran dispendio di energia per l’organismo, ma converrebbe lo stesso perché la discendenza si adatterebbe meglio ai cambiamenti ambientali essendo portatrice di una maggiore varietà genetica. Bullshit, come dicono a Harvard, l’acrobeloide nano è monosessuato e si adatta molto meglio dei figli nostri.
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Allora perché due sessi quando i batteri, per esempio, che sono gli organismi di maggior successo sul pianeta se la cavano con uno solo da 3 miliardi e rotti anni? Magari vi viene qualche idea in proposito, evoluzionistica, voglio dire, mica pornografica. A deterrenza, metto un primo piano dell’A. nano, fatto al microscopio da Sven Bostrom, collezione del Museo di storia naturale di Stoccolma:
.acro-nanus