Biodiversità

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Morpho menelaus
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Andrea chiede come si misura la biodiversità e se è vero che il Pantanal è il posto al mondo dov’è massima. Non lo so. Fra i due tropici, una pianura alluvionale non può che essere un “hot spot”. Ma molti posti nel sud-est asiatico sono ancora da perlustrare con metodi più moderni di quelli usati dalle autorità coloniali… Il Pantanal è grande due terzi dell’Italia circa, e ne ho visto solo un pezzetto, a piedi, in lancia, in canoa, a cavallo. Tutto mozzafiato, fiumi, laghi, canali, la foresta e dietro le tenute agricole sterminate del Mato Grosso, con mucche bianche magre e gobbute, simili a zebù. Mentre ci sono, proseguo con i fatti miei. Sono anche andata nelle “lenzuola” (Lençois) a sud-est di Sao Luis do Maranhao – ci vuole la tilde, non so come mettercela – 70 km di dune di sabbia e nel crescente alla base della facciata abrupta di ciascuna una pozza, dimensione media un paio di campi di calcio, d’acqua piovana verde nilo, celeste o striata come un’agata, bionda e ocra. Niente vegetazione, solo le dune lisce, tonde, bianchissime e l’acqua dolce, tiepida. Di là, l’oceano, di qua la foresta atlantica che comincia rada e bassa nella sabbia piatta. Sorvolato nell’andar via con un piccolo aereo, è proprio un mondo alieno. Gran finale a Salvador di Bahia, spettacolare centro antico quasi tutto restaurato e albergo di lusso in un ex convento di carmelitani.
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Tra l’altro in Brasile c’era anche il Papa. Fra gli articoli sul quotidiano “O Globo”, ne ho letto uno con questo titolo: “Bento XVI s’impegna con Lula a promuovere l’etanolo in Africa”. Lula in cambio s’è impegnato a mantenere la laicità dello Stato dove, si sa, regna la massima biodiversità etnica, culturale e religiosa. Era un viaggio “educational” per specialisti del turismo, la rivista del Sole (“24”) mi ci ha mandata, perché avevo già scritto sul Pantanal, ma a proposito di Rios Vivos e dell’Hidrovia, presumo. Organizzato molto bene da Anyway, un’agenzia e tour operator di Milano, insieme alla TAM, una compagnia aerea con voli diretti Milano-Sao Paulo e con la collaborazione di agenzie locali. Fa parte di uno sforzo generale delle autorità brasiliane per promuovere un turismo diverso da quello “sesso, spaggia e caipirinha”.
Per i birdwatchers. C’è un altro posto al mondo come il Pantanal? Solo con gli aironi, i pappagalli, le cicogne, gli avvoltoi neri, i waders e i plovers, le garze, i cormorani, c’era da perdere la testa. Aggiungete libellule, farfalle (ah, le morpho), scimmie urlatrici, cebi dispettosi.
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Suelo, 21 anni, girava da sola per Salvador di Bahia a vendere collane, stava calando la notte, e imparava l’italiano, “ma non sarà pericoloso?” “Oh no! Come dice sempre mia madre, sei fortunata, ai miei tempi ragazza mia…”