Aveva proprio ragione Giuseppe Cazzamali – dell’università di Copenaghen, cervello in fuga che aveva contribuito a mappare il genoma dell’ape pubblicato nel novembre scorso.
Come mai ha così pochi geni per il sistema immunitario, povera bestia? gli avevo chiesto. E lui aveva ipotizzato che fosse protetta dalle infezioni da una sorta di difesa collettiva. Sul nuovo numero delle Biology Letters, un gruppo di ricercatori australiani mostrano che più sono numerose, gregarie e imparentate e meglio si difendono dai parassiti. Resistono addirittura allo stafilococco aureo.
Cazzamali mi sembra uno da seguire, anche perché fa ricerche su temi importanti.
Visto il tema, a Pier Giorgio e agli altri preoccupati per le proprie arnie, segnalo che ci sono aggiornamenti sulle epidemie che stanno colpendo le api e altri impollinatori nel mondo sul sito del National Biological information infrastructure, un’agenzia del governo americano che fa un bel lavoro.