Dialogo sul clima e i soldi

sig.a coyaud, scrive Andrea, quello che mi ha sempre stupito e`che a fronte della correlazione istantanea che molti fanno tra Exxon (e simili) e il suo interesse nel dibattito sul riscaldamento climatico, vi e` come un bloccaggio a studiare quello che si potrebbe chiamare “l’economia degli ambienti scientifici”, e gli interessi che muovono IPCC e altre organizzazioni simili. Ci vuol poco a capire che Exxon pretende (giustamente) un’analisi approfondita di qualsiasi tesi che concluda sulla necessita` di ridurre le emissioni di CO2, pena la catastrofe planetaria.
Siamo pero’ sicuri che nessuno guadagni dall’allarmismo sul clima, e dall’attribuzione alle attivita` umane (e quindi ipotetica reversibilita`) degli indubbi mutamenti climatici.

L’ocaGuardi Andrea, un conto è finanziare ricerche, un altro “campagne per discreditare le ricerche e incrementare l’incertezza sul clima” come stipulato tra la Exxon ed ex-lobbysti del tabacco. Fare disinformazione è sempre sbagliato. Le campagne della Exxon hanno tolto credibilità agli scienziati in buona fede che facevano le pulci ai dati dei loro colleghi e ora l’opinione pubblica li sospetta di essere prezzolati. E’ ingiusto e ci rimettiamo tutti: gli scettici onesti sono indispensabili alla conoscenza, scientifica o meno.

Andrea: Osserverei in primo luogo che il mondo scientifico e` lungi dall’essere unanime sulla vulgata popolarizzata dal latifondista del tabacco Mr. Gore.

L’oca: Non è mai unanime, qualunque sia il tema. Andrea, lei dev’essere giovane… Il padre di Al Gore era un famoso uomo politico, democratico, aveva una fattoria piccolina. Gli serviva, diceva, a restare in contatto con i contadini del Tennessee, fra i più poveri d’America, soprattutto i neri. Dal ’65 – l’anno prima no e se n’è vergognato per il resto della sua vita – ha sostenuto la loro lotta per i diritti civili…. Ma divago. Allevava mucche, coltivava tabacco, come tutti. Quando Al Gore figlio è tornato dal Vietnam, ha eliminato il tabacco e i pesticidi. Sa, sua sorella – bellissima – fumava, è morta di cancro al polmone.

Andrea: Il prof. Zichichi ha recentemente espresso forti dubbi sull’origine umana dei mutamenti climatici, mentre sono in molti a chiedere maggiore chiarezza sui meccanismi legati a CO2 e CH4.

L’oca: Il prof. Zichichi non è uno studioso di clima, conviene ignorarne le esternazioni per la cortesia dovuta agli anziani. Lei ha ragione sul forcing rispettivo dei vari gas-serra. Si stanno studiando separati e congiunti per capirne meglio le interazioni.

Andrea: Curiosa la recente diatriba tra serissimi studiosi tedeschi e olandesi sul ruolo delle piante.

L’ocaDiatriba? Uno scambio fra gentiluomini in confronto alle risse di paleontologi o fisici! E’ così in qualunque disciplina: appena ottenuto un risultato inatteso, altri ci riprovano per smentirlo o confermarlo. Come scrivevo qui però, la qualità degli esperimenti olandesi è molto più alta. Va detto che è facile quando si arriva dopo e si è meglio attrezzati.

Andrea: Non pochi studiosi di geostrategia, ritengono i vantaggi di un lieve riscaldamento di gran lunga superiori agli inconvenienti, notando gli immense deserti della Siberia, Alaska, Canada, e Patagonia.

L’ocaInfatti ho paura degli strateghi. Quattro miliardi di persone vivono tra i Tropici, quante vuol deportarne? E come pensa che sarebbero accolte da russi, statunitensi, canadesi e argentini?

Andrea: I cultori di storia conoscono perfettamente il lungo periodo molto piu’ caldo dell’attuale (vari secoli intorno all’anno 1000) documentato fra l’altro dagli anelli di crescita di alberi millenari, dagli archivi Vaticani a proposito delle fiorenti comunita` agricole della Groenlandia, da varie opere architettoniche ad alta quota sulle Alpi italiane, dalla produzione di vino nelle isole britanniche.

L’oca: Anche i ragazzi delle medie lo conoscono, presumo. Ma vale la risposta di prima, da allora il mondo è un tantino cambiato. Tornato il freddo, i pochi discendenti di Eric il Rosso che lasciavano la Groenlandia potevano sperare di sistemarsi in regioni più temperate. Oggi, sono già in 35 milioni a doversi risistemare e nessuno li vuole.

Andrea: Un’osservazione inevitabile riguarda poi l’interesse dei climatologi stessi. Convincere governo e opinione pubblica di un gravissimo pericolo incombente e` sempre stato il modo piu’ rapido per ottenere cospicui finanziamenti sia pubblici che privati, indispensabile in USA per fare ricerca e carriera.

L’oca: Parliamo di soldi. In USA i ricercatori guadagnano dai 30 agli 80 mila dollari all’anno e sono in maggioranza immigrati perché gli americani preferiscono studiare business o diritto, si guadagna molto di più. I capi delle compagnie petrolifere prendono sui 1,5 milioni all’anno in su, più benefits e stock options. I profitti realizzati nel 2006 dalla sola Exxon rappresentano 40 volte i finanziamenti mondiali alla ricerca sul clima, 40 miliardi e rotti rispetto a meno di 1 miliardo.

Il presidente dell’IPCC prende 20 volte meno di quello della Exxon, e niente benefits né stock options. Gli scienziati che preparano i rapporti dell’IPCC non sono retribuiti per farlo, continuano a prendere lo stipendio dalla propria università o centro di ricerca.

E poi… Nel 2006, il prodotto mondiale lordo era di 48.000 miliardi di dollari (fonte: IMF), l’industria rappresentava 28.500 miliardi, la ricerca pubblica e privata 200 miliardi. “L’economia degli ambienti scientifici” è decisa dai governanti che seguono le  pressioni politiche e sociali, è vero, ma di per sé fa ridere.

Andrea: Ricordo negli anni 70 “mutatis mutandis” la moda degli UFO, in cui scienziati, giornalisti, politici sguazzavano insieme in una follia alimentata come oggi da episodi da prima pagina, seri convegni, dibattiti politici, il cui esito e` stato soprattutto la pioggia di miliardi che ha beneficiato l’astrofisica e l’astronautica americana.

L’oca: Ma no! Le ipotesi sulle forme di vita extraterrestri sono ben più antiche della moda degli UFO, contro la quale gli scienziati americani erano schierati in  blocco. La NASA è stata creata nel 1958 perché c’era la guerra fredda e l’Unione Sovietica aveva mandato Gagarin nello spazio, non per qualche leggenda metropolitana. L’astronautica USA è nata nel 1945 con Von Braun, sottratto al processo di Norimberga che gli sarebbe spettato. E l’astrofisica è nata nel 1935 con l’arrivo degli scienziati fuggiti dal nazismo, dal fascismo.

Andrea: Oggi molteplici interessi convergono sull’utile mito dell’attivita` umana che riscalda il pianeta che vero o falso che sia, nessuno finora ha potuto provare, non potendosi sperimentare che SAREBBE ACCADUTO senza emissioni umane

L’ocaQuale mito? Le attività di tutti gli esseri viventi, batteri in primis, modificano il pianeta. Gli effetti di quella umana si sperimentano eccome.

Andrea: Gli scienziati sempre a caccia di finanziamenti. I politici sempre a caccia di nuove tasse. I giornalisti sempre a caccia di sensazionale. E mirabile auditu! in prima linea Francia e Giappone, ovvero i due paesi leader nell’industria nucleare, che ci promette un futuro pieno di scorie radioattive e di rischi di incidenti esiziali, ma senza la cattiva CO2 e il lieve riscaldamento che (forse) comporta.

L’ocaConcordo con la prima affermazione; qualcuno mi scrocca pure un panino ogni tanto. Non con le altre. Fra i giornalisti lei può scegliere, fra Foresta Martin sempre equilibrato al Corriere, i bastian contrari del Foglio, i verdi squillanti del manifesto ecc. Ci sono politici che abbassano le tasse, i presidenti Bush e Sarkozy quelle pagate dai ricchi. Il Giappone ha ratificato il protocollo di Kyoto dopo 5 anni di tentennamenti, senza applicarlo: da allora le sue emissioni di CO2 si sono impennate.

La Germania e la Gran Bretagna, non la Francia, hanno insistito perché l’Europa adottasse misure anti-gas-serra. La Francia intanto ronfava, sperando di vendere centrali nucleari..

Andrea: Grazie per la sua risposta.

L’ocaDi niente, l’informazione è il mio mestiere.