Letture per il week-end

Creazione. The Economist, settimanale non di scienza, ha in copertina, la mano di Dio e quella d’Adamo nella cappella Sistina, tra le due un filamento di Rna e sopra “Biology’s Big Bang”. Dentro, un editoriale e tre pagine dal titolo “Really New Advances” (le iniziali di Rna, appunto). Novità vere, si vede che quelle scritte per decenni sul Dna sono passées. Sommario: “La biologia molecolare sta vivendo il più grosso scossone degli ultimi 50 anni mentre un composto chimico fin qui tenuto in poco conto prende un significato insospettato.”

Venusiane e marziani

Su Science di oggi esce “Neural Responses to Taxation and Voluntary Giving Reveal Motives for Charitable Donations”, di W. Harbaugh, U. Mayr e D. Burghart, una ricerca di due economisti e di un cognitivista (cioè di un psicologo). La riassume così Lorenzo P., che me la segnala in un mail: “Volete stimolare il vostro centro del piacere? Pagate le tasse e date qualcosa in più in beneficenza”.

Solo se siete di sesso femminile, aggiungo io, perché tutti e diciannove i soggetti degli esperimenti in cui s’è visto attivarsi il “circuito della ricompensa” – alimentato a dopomina dal nucleo caudato e soprattutto dal nucleus accumbens – erano donne. Io per esempio pago le tasse e mi sento spesso dire da un uomo, solitamente molto più ricco, che son stupida. Mi tengo l’articolo in borsa, la prossima volta glielo faccio leggere, così capisce che non è per stupidità, è per godimento.

Loxondonta africana

Ieri all’Aia s’è conclusa la prima parte del vertice del CITES, la convenzione sul commercio delle specie in pericolo, con un accordo che dovrebbe salvare la vita a parecchi elefanti. I quattro paesi africani che ne hanno di più potranno organizzare la vendita delle zanne, se possono dimostrare di averle in magazzino da prima del 1 gennaio scorso. Questo, oltre alle 60 tonnellate vendibili ogni anno. L’idea è di far calare il prezzo e di rovinare così i cacciatori di frodo che ammazzano gli elefanti e ne segano via le zanne (l’avorio legale viene da elefanti morti per cause naturali o uccisi per motivi legittimi).

Principale mercato nero di destinazione: la Cina. Nel 1989 è stata vietata ogni vendita non controllata dal CITES attraverso Interpol e l’International Investigation Agency. Da allora il prezzo è passato da 100 a 750 dollari al chilo. E siccome le zanne di un maschio adulto arrivano anche a 200 chili – quelli da latte che gli cadono da piccolo, molto meno – il commercio illegale rende e prospera.

Errata corrige

L’altro giorno, rimandavo all’aggiornamento sull’influenza aviaria pubblicato su scidev.net dicendo che c’erano solo cattive notizie. Non è vero. Su PLoS Biology è uscita una ricerca di Cameron Simmons, Nadia Bernasconi et al. dell’ospedale per le malattie tropicali di Ho-Chi-Minh Ville. Da due adulti sopravvissuti al virus H5N1, hanno prelevato cellule del sangue e, con gli anticorpi monoclonali ottenuti da queste, hanno “immunizzato” venti topi che tre giorni prima erano stati infettati con il virus. Sono sopravvissuti tutti mentre i cinque topi non curati sono morti. Il passo successivo è di utilizzare la stessa procedura per curare gli esseri umani appena manifestano i sintomi dell’aviaria. Almeno finché l’H5N1 non muta un’altra volta.

E’ un lavoro “classico”, ma importante. Non so voi, ma agli amici di un po’ di ONG che si occupano di sanità nei paesi toccati dal virus, ho mandato il link.

Puglia

Resto in tema di aiuti umanitari. Se avete un dottorato e cercate lavoro nella pubblica amministrazione, o se state facendo il dottorato senza una borsa e siete alla fame

L’ADI apprende che la Regione Puglia, nel concorso bandito per la copertura di complessivi 70 posizioni da dirigente, prevede tra i requisiti di ammissione, in alternativa all’anzianità di 5 anni di servizio, il solo possesso di “titolo di dottore di ricerca o altro titolo postuniversitario, riconducibile alle stesse aree culturali del diploma di laurea, conseguito al termine di corsi di durata almeno triennale, rilasciato da istituti universitari italiani o stranieri e formalmente riconosciuto”. (…) ADI riconosce alla Regione Puglia un primato in questa direzione, affiancata all’altrettanto lodevole iniziativa dello scorso anno di destinare 39 milioni per la copertura di 800 borse di studio per i dottorandi senza borsa.