Clima, domande, pettegolezzi

Di corsa tra un viaggio e l’altro, ho letto i commenti. Come sempre quando si parla di imporre un limite, ci si scontra non con una qualche evidenza scientifica, chi mai ne ha tenuto conto che contrastava i suoi desideri? Ma con le libertà di cui, citando Amartya Sen, fanno parte anche quelle economiche. Baratto o commercio, non importa come lo chiami, come si svolge, ogni scambio, dice, è un’interazione sociale, un diritto umano.

Prima la ricerca. Sul riscaldamento della nostra fetta di emisfero nord attorno all’anno mille, contrariamente a quanto ripetuto dal primo Andrea, esistono teorie, e parecchi dati. Vulcani terrestri e/o marini locali. Corrente del Golfo spostata e/o interrotta per guai tellurici più giù. Ecc. Alcune solide. M’interessa la pista indicata dalle analisi della carota EPICA, pubblicate l’anno scorso su Nature. Potrebbe collegare tra loro le correnti termoaline, e la stabilità relativa delle temperature al polo sud negli ultimi 800 mila anni, rispetto a oscillazioni ampie al polo nord.

Nota per Valter Maggi: scusa, tu e i tuoi colleghi di EPICA, la vergognosa semplificazione, ma vado di corsa. Bibliografia a richiesta.

Sul presunto catastrofismo dell’IPCC e dei climatologi, rimando a Science della settimana scorsa. I ricercatori si chiedevano “che fare?” per non allarmare e al contempo per informare che, purtroppo, le misure effettuate negli ultimi 20 anni dimostrano il fondamentale ottimismo delle previsioni IPCC. Bibliografia idem.

Sull’uso corrente e specifico di CO2: anch’io a volte lo uso per parlare dei gas-serra o di “equivalente carbonio”. Non così la ricerca che distingue tra i vari gas, anche se il primo Andrea si ostina a non tenere conto degli studi su metano, ozono in bassa quota, azoto, NOx et al. con reciproche interazioni e con quanto circonsta.

Invece noto che economisti e politici si riferiscono proprio all’anidride carbonica perché ridurla significa risparmiare energia, una priorità condivisa forse non dai petrolieri, ma dal resto degli elettori sì, che meno pagano di bolletta o al distributore e più son contenti. Cercherò di star più attenta.

Restano i diritti umani. Per me si basano sul principio un umano, un diritto. Per il primo Andrea pure, ma poi scrive che solo l’umano canadese o australiano deve aver diritto a incrementare le proprie emissioni di gas serra oltre che inquinanti. Se quattro miliardi di poveracci concentrati tra i tropici ne pagano le conseguenze pur con un terzo o un quarto di emissioni a testa, che problema c’è? Non sono umani, non hanno diritti e ci penserà il primo Andrea a come deportarli dalle loro terre surriscaldate, allagate o essicate in una temperata e accogliente Siberia.

Devo elevare vibrata protesta. Dibattete con pazienza, a volte con sottile dialettica, e mi fate fare brutta figura. Anzi due. Proteste, mica brutte figure: distraete il primo Andrea che non mi manda l’elenco delle votazioni di Al Gore Jr. a favore delle industrie del tabacco. Invece contavo su quelle informazioni inedite per fare uno scoop.

Grazie, anche degli errori che mi segnalate e che correggo mettendo il credit fra parentesi finché D non mi concede un blog tipi wiki.

Riparto domattina, prima devo scrivere sul Nunavut e gli Inuit disperati per i disastri dovuti all’aumento delle temperature e all’inquinamento, in occasione del premio allo sviluppo umano dato dall’Onu a Sheila Watt-Couttier. Nemmeno gli Inuit si lasciano deportare volentieri.

Mentre son via vi leggo lo stesso e se posso aggiungo le news. Qua mi si stanno ammuffendo delle domande, faccio prendere aria a queste:
I sei di Tripoli  liberi entro fine mese, come promesso da Gheddafi a Blair?
Che cavolo di brevetto sul batterio sintetico chiede il Nobel Hamilton Smith, che lavora per l’Istituto Craig Venter, se già Craig Venter e l’allora moglie Claire Fraser avevano pubblicato le istruzioni per farsene uno nel 1999?
E Claire, ovvero del pettegolezzo nella comunicazione scientifica, s’è dimessa insieme al suo gruppo dall’altro istituto di Craig, il TIGR, perché lui era troppo geloso del suo nuovo marito?