Chikungunya, primi risultati

E’ quel virus micidiale scoperto in Tanzania nel 1952 che ogni tanto riappariva, faceva poche vittime, e scompariva. Poi fra il 2005-2007 è passato dalle isole dell’Oceano indiano all’India e da metà aprile è in Gabon (11 mila vittime già adesso). Nel 2005, l’epidemia della Réunion e dell’Ile Maurice faceva vacillare il governo francese. Poi ha sbloccato fondi per gli istituti Pasteur di Parigi e di Saint Denis de la Réunion. Alla guida, Olivier Schwartz (parente di Laurent il matematico?).

Dopo le sequenze del virus uscite l’anno scorso, adesso pubblicano i meccanismi d’infezione e le cellule bersaglio. Macrofagi e da lì cellule muscolari. Non come la malaria, piuttosto come la dengue, anche lei portata da una zanzara tigre. Adesso bisogna capire se il virus del Gabon è uguale a quello della Réunion e dell’India.
Questo in due articoli che escono lunedì. Uno sul numero di luglio di Plos Pathogens, l’altro su Plos One.

Open access entrambi. Sento dire che le riviste Plos sono tuttora in perdita, e forse non ce la faranno a equilibrare il bilancio entro l’anno prossimo come dovrebbero. Però hanno ottenuto l’effetto che volevano. Anche altre riviste importanti pubblicano in open access le ricerche che riguardano le emergenze sanitarie, soprattutto del terzo mondo.

Su Plos One, già pubblicata questa, c’è la mappa filogeografica del cromosoma X fatta da un gruppo di brasiliani, che precisa le tappe dell’uscita dall’Africa. Tecnico, anche per un metodo che innova rispetto quello usato per la mappa del cromosoma Y, ma c’è l’essenziale nei primi tre paragrafi.

Invece su Plos Pathogens, raccomando l’articolo di Pasquale e Francesco Urbano, microbiologi dell’università di Firenze. E’ una rassegna delle “domande e dei miti” (origine extraterrestre? per es.) suscitati dai nanobatteri dalla loro scoperta nel 1998. E’ anche un’analisi della loro possibile patogenicità (Francesco Urbano s’occupa pure di guerra batteriologica, mi sembra di ricordare). Lo trovate in prima posizione, nella rubrica delle “featured opinions”, scritto come al solito in linguaggio non troppo specialistico.

Se n’imparano di belle.