Messina, I prima puntata.

E’ una storia lunga – abbiate pazienza. Venerdì alla direttrice di D, arriva questo mail da  una professoressa dell’università La Sapienza di Roma, a proposito di un mio Atomo su D, appunto:

“Tale intervento caratterizzato da pesanti affermazioni critiche, in disprezzo del contesto, appare astioso e superficiale, essendo privo di dati “oggettivi” e di opportune specificazioni. Di certo non valorizza il contributo femminile all’impresa scientifica.
Mi auguro di leggere sulle vostre pagine almeno una nota di spiegazione o ritrattazione dei giudizi sulle commissioni di concorso e sulla sede universitaria.
La prego infine di inoltrare alla dottoressa Coyaud la lettera acclusa.”

Sento la redazione, ma per chiarire la questione andrebbe pubblicata la “lettera acclusa”, troppo lunga per stare in un Atomo, dice il redattore consultato, mi conviene sbrigarmela sul blog. Sbrigo nell’ordine. Scrivevo – non che ne vada fiera, serve solo a capire il seguito –

Federica Migliardo riceve un altro premio. Capirai che notizia. Sarà almeno il quinto, roba da denuncia all’Antitrust. Questo è speciale, è la prima volta che WIN, la rete mondiale delle donne per l’innovazione, premia i successi di imprenditrici e ingegneri europee. E di Federica, unica italiana, unica ricercatrice di base, unica trentacinquenne minuta e bruna tra le nordiche. Usando metodi e concetti mutuati dalla fisica dei materiali, ha creato un metodo per studiare le proprietà del trealosio, lo zucchero che salva dalla morte le cellule, per esempio nelle piante – dette della resurrezione, appunto – che dopo poche gocce d’acqua rifioriscono nei deserti dell’Africa australe, un conservante senza pari. Serata di gala diceva l’invito alla cerimonia che si teneva a Berlino. “Faccio una follia, mi compro un abito da sera,” dice Federica. Macchè follia. Lo prenda classico, di questo passo le servirà ancora. “Sì, ma con quello che guadagno…” E’ ancora precaria, bocciata a due concorsi. Li ha vinti gente mooolto meno qualificata, controllo e scopro, si vede che per essere assunti a Messina bisogna superare l’esame di mediocrità. Capirai che scoperta. Comunque solidarizzo e per mantenere le debite proporzioni, mi comprerò una cosina di cotone in saldi.