Ranocchi, Kakapi (o po) e Nespoli

Gli anfibi se la passano male. In varie parti del mondo si sono già estinte alcune specie di rane, uccise da un fungo (chitridiomicosi). Phil Bishop – codirettore del Frog Group all’università di Otago, Nuova Zelanda – ha scoperto che si ristabiliscono dopo essere state messe a bagno in acqua e cloromicetina, un antimicrobico che costa poco e si usa nelle gocce per gli occhi, per esempio. Solo che negli esseri umani ha effetti collaterali, causa anemie, forse è cancerogeno.

Adesso si tratta di trovare un fungicida analogo, innocuo per gli altri animali, facile da diluire nelle pozze frequentate dai ranocchi in natura…

Oltre a essere  un promotore del World Frog Atlas Project che per ora procede a macchie di leopardo, Phil Bishop studia la comunicazione tra certi ranocchi neozelandesi senza le orecchie (Leiopelma)

Nei commenti al “Doppio remoto” si parla dei kea (Nestor notabilis), dei pappagalli neozelandesi che cercano di spingere le SUV sull’orlo dell’estinzione. Invece i kakapo – i kakapi?

Ricomincio. Invece i grossi pappagalli neozelandesi terricoli della specie Strigops habroptilus sono lì lì per superarlo.

Nonostante i milioni spesi e le cure ormai decennali, la maggior parte delle kakape ha raggiunto la menopausa, quelle che nel 2005 erano riuscite a figliare hanno avuto quasi solo maschi perché i ricercatori le avevano nutrite troppo. Da allora sono a dieta, ma il tempo passa e i frutti che segnalano il tempo degli amori matureranno solo alla fine del 2008, quindi nella prossima primavera (qui, autunno là) niente piccoli.

(Quando aprite il sito, il bum bum che sentite è il canto d’amore del kakapo.)

Problemi per Paolo Nespoli, che organizza i lavori all’esterno della stazione spaziale:  il panellone solare che serve per alimentare il prossimo modulo s’è dispiegato come previsto, ma è in parte rotto.