Bacchettata da ministra e mistero del metano

Di corsa, da Nature di domani. Nelle news in breve, l’aggiornamento sulla conferma di Garaci alla testa dell’Istituto superiore di sanità, malgrado le proteste, ma accompagnato da “una bachettata” (slap on the wrist) della ministra Turco che ha fermato la nuova distribuzione di fondi da lui avviata senza valutazione esterna.

E qui dall’oca, a proposito del clima, s’era discusso della ricerca di Keppler et altri fisici del Max Planck, uscita su Nature l’anno scorso, per cui le piante rilascerebbero il 40% del metano presente in atmosfera.

Io dicevo che era più fidata quella successiva di Dueck et al. a Wageningen, per cui ne rilascerebbero al massimo delle “tracce”, cioè quantità minime, difficili da distinguere dal rumore di fondo delle produzioni non vegetali, da batteri, dalle nostre, da animali che ruttano e scorreggiano, tipo bovini, ovini o termiti.

Su Nature di domani, Quirin Schirmeier scrive che Zhi-Ping Wang, dell’istituto di botanica dell’accademia delle scienze cinese, a Nanxincun, et al. hanno scoperto che a latitudini temperate e in condizioni anaerobiche, alcuni arbusti rilasciano in effetti minute quantità di metano, ma non le graminacee, erbe varie, le piante non lignee insomma. Mentre nei Tropici, sembra che anche queste qualche volta ne rilasciano – sempre poco, ma in quantità rilevabile.

Visto che il metano è l’unico gas da effetto serra che per ora non è aumentato previsto nei rapporti del Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici, ma rimane stabile e forse addirittura in lieve calo, interessa a tutti sapere se la “prestigiosa rivista” ha preso una cantonata. E ai climatologi per capire il contributo delle piante ai gas-serra.

Sarebbe basso, dicono le nuove ricerche, ma per fare modelli di previsione un po’ più accurati, bisogna sapere quali piante ne emettono. E, visto che sembrano farlo dal tronco, attraverso quale meccanismo?

Da qui il titolo dell’articolo di Quirin “Il mistero del metano continua”. Sul mistero dell’emissione dal tronco, avrei un suggerimento: controllare se ci sono sopra microbi e funghi e misurarne le flatulenze.

Vedo adesso che è già domani, quindi stringo: la Blasco recensisce la biografia scientifica di Elizabeth Blackburn, la  biologa americana che ha scoperto i telomeri e la telomerasi (allora ‘sto Nobel?), gratis c’è solo l’inizio, ma basta a capire che lei è grande e adorabile.