Sui quotidiani di domani: babbuini

I giornali ne parleranno di sicuro.  Esce su Science la ricerca dei paleoantropologi Charles Lockwood et al. tra cui Jacopo Moggi-Cecchi, univ. Firenze, su fossili di ominidi Paranthropus robustus, trovati vicino a Johannesburg.

Robustus lui, lei molto meno. Tra 2 e 1,5 milioni di anni fa, lo sviluppo dei maschi era ancora più lento, per cui quando finalmente raggiungevano la maturità sessuale, era erano grossi quasi il doppio delle femmine. Come dice Ann Gibbons, nel commento di Science:

questo suggerisce che in questa specie australopitecina i maschi dominanti investivano energia nel body-building per possedere un harem di femmine, un po’ come oggi i gorilla.

O i trichechi che eccellono anche loro nel body-building da harem, nel brain-building non saprei, e con lo stesso esito: “un alto prezzo pagato dai maschi in termini di predazione”, scrivono gli autori.

Negli Ominidi, il dimorfismo sessuale sarebbe iniziato a diminuire di recente, parlando in tempi d’evoluzione. Anzi, a vedere Charlize Theron e altre bellezze “brains & brawns” sembra che  la differenza si stia per ribaltare.

Curiosità. Come mai la maturità maschile odierna resta comunque tardiva?
E come mai i narratori dell’evoluzione umana stanno così spesso a Firenze? A Cecchi-Moggi, a David Caramelli – quello dei Neandertal rossi di capelli – e altri del Dipartimento di biologia animale e genetica, vorrei chiedere “chi vi ha formati?”. Un giorno trovo il tempo.