Umani, uistitì e feste

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Uistitì dai pennacchi bianchi, C. jacchus

Sui PNAS, esce la ricerca di Judith Burkart, Carel van Schaik e altri eto-econo-antropo-cognitivisti dell’università di Zurigo e dintorni. Hanno fatto il gioco del dittatore con uistitì Callithrix jacchus e osservato che condividono il cibo, a ognuno secondo i suoi bisogni, invece di prima io e i miei geneticamente prossimi come gli scimpanzé:

Poiché umani e uistitì allevano cooperativamente la prole e sono i soli due taxa di primati in cui si osserva una prosocialità non sollecitata (solidarietà spontanea, ndt) ne concludiamo che tale predisposizione prosociale può emanare dall’allevamento cooperativo.

Stile a parte e anche se sponsorizzata da una grande primatologa come Sarah Blaffer Hrdy  (PNAS è il settimanale dell’Accademia delle scienze e gli articoli vanno sottoposti alla redazione da un/a accademico/a), quella ricerca, be’…

Non i dati dell’esperimento, analizzati con cura – anche senza abbonamento, si può vederlo dai grafici – ma le deduzioni.

Altri taxa di primati – a cominciare dai bonobo (degli scimpanzé) sono altrettanto solidali. Addirittura con “bisognosi” appartenenti ad altre specie, cf. i cebi dai cornetti di Elisabetta Visalberghi. E il nesso allevamento collettivo-altruismo è stranoto in tantissimi mammiferi che, guarda caso, vivono in branco, elefanti, licaoni, lupi ecc.
La ricerca è stata pubblicata perché s’avvicina il Natale?