Leggo su Scientific American che il dipartimento dell’agricoltura della Pennsylvania ha autorizzato la scritta sulle confezioni del latte “ottenuto senza ormone sintetico di crescita bovino”. Altrimenti il 1 febbraio la Pennsylvania vietava ai produttori di latte che non usano l’ormone sintetico di scriverlo sull’etichetta, come preteso dalla Monsanto che faceva loro causa.
Secondo l’azienda, era concorrenza sleale e pubblicità menzognera, perché la dicitura sottintende che il latte con ormone sarebbe dannoso mentre la Food & Drug Administration aveva detto il contrario.
Mi sembra un déjà vu, ma no, la notizia è proprio del 18 gennaio 2008. Solo che è sempre la vecchia faccenda del Posilac – nome commerciale dell’ormone. Dal 1996, Monsanto continua a fare gli stessi processi alle latterie, stato per stato, e li perde quasi tutti.
Come le aziende del tabacco a proposito del tumore da fumo o per la ExxonMobil a proposito del clima, Monsanto adduce pseudo-ricerca e cerca di discreditare quella fatta senza conflitto d’interessi. Nel 1996 scienziati canadesi dimostravano che il latte-Posilac aveva effetti negativi sui topi. E sì è saputo che la documentazione della Food & Drug Ad. “rappresentava in modo scorretto” i risultati di esperimenti che la Monsanto diceva di aver fatto. Quell’ormone, per i danni alle mucche (mastite, quindi antibiotici, quindi pus e antibiotici nel latte) e alla salute umana (perché nel latte risulta in alti livelli di IGF-1, principalmente) è vietato in Canada, Australia, N. Zelanda, Unione Europea ecc.