I cebi e i soldi

Scimpanzè, bonobo, forse altre scimmie antropomorfe sanno usare i simboli: sarebbe la prerogativa di noialtri, grandi primati con tanto di cervello.

Invece no, scrive su PLoS One il gruppo di Lilli Visalberghi al CNR, Elsa, Alessandra e Lara, più Camillo di Harvard (ma non torna più?): i cinque cebi dai cornetti che hanno partecipato all’esperimento avevano già imparato che una rotella di plastica vale 3 noccioline e un bullone una sola e che ci vogliono 3 bulloni per fare una rotella.

Questa volta – spiega bene Elsa Alessi nel com. stampa – prima hanno imparato che “una fiche poteva essere scambiata con un cereale glassato, una rondella per un pezzetto di parmigiano, un uncino per un seme di girasole”. Poi hanno potuto scegliere tra diversi cibi oppure tra i diversi oggetti che rappresentavano i cibi.

“Quando hanno scelto tra i cibi, hanno rivelato preferenze transitive”. Se Robot (Carlotta no, in economia è una frana) “preferiva un cereale glassato a un pezzo di parmigiano e un pezzo di parmigiano a un seme di girasole, preferiva anche il cereale glassato al seme di girasole”. Stessa preferenza transitiva per gli oggetti equivalenti (simbolici), ma solo qualitativamente, per Robot una fîche-cereale era meglio di un uncino-girasole.

Quantitativamente, quando Robot “sceglieva tra cibi, il valore di un cereale era uguale al valore di due pezzi di parmigiano, mentre quando sceglieva tra oggetti simbolici, il valore di una fîche-cereale era uguale al valore di tre o quattro rondelle-parmigiano. Non capita forse anche a noi quando invece di usare il denaro usiamo la carta di credito e purtroppo spendiamo di più?”