Hockey

Esce on-line sui PNAS la ricerca di Sian Beilock et al. – università di Chicago – su 12 giocatori professionisti di hockey, 9 tifosi e 9 persone che non avevano mai visto una partita. Tutti hanno ascoltato frasi riferite al gioco, mentre erano sotto il casco per la risonanza magnetica funzionale. Poi hanno fatto un test di comprensione di quelle frasi e i più bravi sono stati i giocatori e i tifosi

. Ma che sorpresa.

Siccome mentre erano sotto il casco, nei volontari si era attivata un’area cerebrale per la pianificazione dei movimenti, la Beilock e i suoi colleghi ne deducono che è questa attivazione a migliorare le capacità linguistiche anche in chi guarda eventi sportivi, oltre che negli atleti. Ma va?

Ai PNAS bisogna essere abbonati, quindi rimando al comunicato dell’università.
La quale qualche giorno fa pubblicava un’altra scoperta dell’acqua calda: per il 77% dei lavoratori statunitensi è giusto venir retribuiti anche durante i giorni di malattia, e per l’86% la retribuzione va corrisposta dal datore di lavoro.

La mazza
Sempre sui PNAS, Michael Mann et al. pubblicano una versione rivista della “mazza da hockey”, il grafico del riscaldamento del clima da 2000 anni in qua. Senza i dati provenienti dagli anelli nei tronchi degli alberi, nell’ultimo decennio la temperatura media al suolo nell’emisfero nord è stata la più alta dal 700 d.C. in poi, scrivono, e inclusi gli anelli, dal 300 d.C.

Nota: vale per l’emisfero nord, perché è da poco che si studiano gli oceani – prevalenti in quello sud – in relazione con l’atmosfera.

Il ghiaccio
Per associazione di idee segnalo su Biosciences di settembre l’articolo di Edward Schuur, univ. Florida, et al. sulla CO2 intrappolata nel permafrost dell’Alaska e della Siberia, e rilasciata dai thermokarst (anche il link è in inglese), delle zone di subsidenza molli e a volte allagate che compaiono dove il permafrost si scioglie. Secondo i loro calcoli, ne è intrappolata il doppio di quanto stimato finora e quindi lo scioglimento in corso ne dovrebbe rilasciare più del previsto anche se la tundra s’allargasse verso nord.

La cosa interessante dell’articolo è che elenca i problemi del modello di previsione, il primo di questo tipo fra quelli che ho letto. E’ utile a noi giornalisti, vuol dire che lo dobbiamo prendere come una bozza.

Altra correzione in vista?
Stando ai modelli del clima, quando l’oscillazione della corrente del Pacifico meridionale si manifesta come Niña, a breve termine la temperatura media globale rinfresca, mentre succede il contrario con El Niño. Visto che l’anno scorso era da Niña e finora El Niño non si manifesta, come mai luglio è il quinto luglio più caldo dal 1880 e il periodo 1 gennaio-31 luglio 2008 il nono?

I dati sono pubblicati dalla NOAA.