Neanche il tempo di farmi spiegare l’eccesso di positroni (uguali all’elettrone ma con carica positiva) misurati da Pamela nei raggi cosmici che su Nature di giovedì scorso, esce un nuovo eccesso.
J. Chang, J.P. Wefel et al. di ATIC – la collaborazione che ha fatto volare il suo pallone-sonda in Antartide -hanno trovato nei raggi cosmici, a un kiloparsec da qui una sovrabbondanza di elettroni con energie tra 300 e 800 GeV. I raggi cosmici, come si sa da un secolo a questa parte, ci bombardano di continuo, ma da dove? Non si sa.
Però l’eccesso misurato viene da qualcosa che sta a 3.000 anni-luce (= 1 kiloparsec per chi non legge fantascienza) sopra il polo Sud. Da che cosa? Supernova agonizzante? Micro-quasar? Sventagliata di una pulsar? Buchino nero in formazione? Gli autori tengono conto delle varie possibilità e alla fine, come quelli di Pamela, sperano d’aver beccato in flagrante un annichilimento di particelle di materia oscura – in questo caso, particelle supersimmetriche (tipo Kaluza-Klein).
Ma non è mica finita. Ieri sulle Physical Review Letters Brenda Dingus, Petra Hüntemeyer et al. dell’osservatorio Milagro a Los Alamos scrivono di raggi cosmici esagerati, nella gamma dei TeV (ma i raggi cosmici spaziano…) in arrivo da due “hot spots”, uno a nord-est di Procione e l’altro a sud-ovest di Rigel.
In zona Philip Dick, “I’ve seen things you people wouldn’t believe. Attack ships on fire off the shoulder of Orion…”? O in zona Geminga, la stella di neutroni che non c’era eppure si faceva notare scoperta da Nanni Bignami e Patrizia Caraveo nel 1983?
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A proposito, Nanni Bignami lancia un po’ di idee per un programma spaziale europeo.