La settimana scorsa, il narratore Giuseppe Sermonti pubblicava sul Foglio una versione romanzesca degli “esperimenti” di Kammerer. La versione realistica viene data da Giorgio Tarditi Spagnoli sulla solita Pikaia, che non capisce gli artisti.
Del Foglio quel giorno si occupa anche Daniele Formenti – scendere fino alla data del 31/01 sulla colonna di destra – che segue l’attualità creazionista nostrana. A colpirlo è un articoletto su un “workshop internazionale sull’evoluzionismo” al CNR, il 23 febbraio, con star del creazionismo.
– Viene Dembski?
No.
– Behe? Davies? Dài, dimmi che viene Roy Davies.
No, no e no.
– Allora chi?
Amici di Sermonti: Guy Berthault, geologo francese in pensione…
– Mai sentito.
Ma come! È nell’enciclopedia dei Ciarlatani per la fiaba del Gran Canyon che s’è formato di colpo. Poi c’è Maciej Giertych, ex dendrologo e parlamentare europeo della Lega polacca per le famiglie.
– Mai sentito.
Sei sorda, è il famoso omofobo, misogino, razzista e antisemita.
– Poker.
Sulla carta del parlamento di Strasburgo ha stampato il pamphlet Civiltà in guerra in Europa(Avvertenza: testo nauseante). “L’umanità si può dividere per razza, religione, etnia, professione”, “gli ebrei sono biologicamente diversi” e i gay e le donne pure. Una somma di “illazioni insultanti e lesive della dignità umana”, stando ai soliti contrari alla libertà di espressione che l’hanno accusato di abuso di forniture d’ufficio.
– Bel tipo.
Non male gli altri cattolici, Jean de Pontcharra, fisico e radiometrista del Commissariat à l’Energie Atomique secondo il quale la teologia è la scienza sovrana. La ricerca va guidata da Gesù che quando preghi ti risponde indicandoti dove, come e cosa cercare. Quindi i non cristiani fanno cattiva fisica, come Einstein presumo. Poi Pierre Rabischong, ex specialista di chirurgia informatica, in pensione.
– Tutta gente di serie B, però.
E Sermonti…
– C, scusa.
Come gli altri. Sono quelli che volevano essere invitati (Avvertenza: link a un noto mezzo di disinformazione) alla seduta plenaria dell’Accademia pontificia in novembre. Perché non fossero venuti a Roma per niente, La Sapienza li aveva già ospitati pochi giorni dopo per un convegnino, alla Facoltà di medicina, ma non se li era filati ness…
– Anche Giertych?
Sì. Si vede che alla Facoltà è piaciuto il suo pamphlet.
– Ok, ci vediamo in sala Marconi il 23 alle 9. Torte di panna o bignè?
Bignè, con le torte non ti fanno entrare e non so lanciarle. Però aspetta a ordinarli. Sul web del CNR la pagina dove c’era luogo e ora del workshop adesso dice…
– Hanno fatto uno scherzo al Foglio?
Chiedo informazioni ad amici del Cnr. Non c’è nessun workshop internazionale aperto al pubblico. Approfittando del fatto che questi qua, a Roma ormai sono di casa, un dirigente del Cnr li ha invitati a un incontro privato.
– Anche Giertych?
Forse per uno storico creazionista, poter vedere uno così dal vero è irresistibile. Da giornalista, un po’ lo capisco, è come se ti dicessero che puoi intervistare il mostro di turno.
Uno senza lente d’ingrandimento
“La versione romanzesca del Kammerer non si legge! E’ scritto troppo piccolo,” protesta un passante, privatamente. Non ne ho una più grande, ma ho quella teatrale dello stesso autore.