Premessa: non mi occupo di medicina e ne so poco. Avevo curato il libro di Angelo Vescovi sulle staminali perché voleva spiegarne il ruolo con la massima chiarezza (come si vede dal link, il cardinal Tononi l’ha apprezzata) e glielo dovevo. Al San Raffaele mi aveva aperto il suo laboratorio, lasciata sbirciare nel microscopio, far domande a tutti, pipettare e pasticciare in libertà – vigilata – finché imparavo qualcosa. Il libro, un inno alla capacità di quelle cellule di riparare gli organi, mette in guardia però contro il loro potere teratogeno. Se perdono il controllo della propria riproduzione differenziata, sono anche capaci di generare mostri, cellule di unghie, capelli o muscoli nel fegato mettiamo, e tumori.
Nature di giovedì, altre riviste e blog riprendono questo articolo di PLoS Medicine. Parla di un ragazzo israeliano affetto da una malattia neurodegenerativa. All’età di 9, 10 e 12 anni, i genitori l’avevano portato in una clinica di Mosca per fargli trapiantare delle staminali neuronali. L’anno dopo, al centro medico Sheba di Tel Aviv gli hanno trovato tumori nel cervello e nel midollo. L’anno dopo ancora, gliene sono stati asportati alcuni dal midollo e dentro c’erano cellule non sue, provenienti da almeno due feti diversi.
Quello “shopping” sanitario, credo, è dovuto alla réclame abusiva di quella clinica, ma anche di alcuni ricercatori e dei media. Alcune staminali hanno potenzialità straordinarie, mi vien in mente la rigenerazione della pelle, della retina ecc. Ma per quelle neuronali, sono state fatte promesse ancora da dimostrare.
Di recente, le autorità sanitarie di Gran Bretagna e Stati Uniti hanno autorizzato aziende biotech – Neural Stem, ReNeuron, Geron, StemCells ecc. – a provarle in esperimenti clinici. Con lo stesso protocollo usato a Mosca?
Alcuni direttori scientifici delle aziende biotech dicono che il loro è diverso. Venerdì intanto, la Food & Drugs Administration ha bloccato un primo trial. Motivo? L’articolo di Plos Medicine.