La metà sapiens

Sui PNAS del 22 aprile 2008, il neuroeconomista della finanza John Coates di Cambridge  et al. pubblicavano la ricerca sugli agenti di borsa che, se avevano un livello elevato di testosterone nella saliva, facevano investimenti rischiosi, non collaboravano con i colleghi o versavano malvolentieri una quota dei propri guadagni in beneficienza.

Sui PNAS di oggi, esce la ricerca (pubblicata in open access, per una volta) dell’economista della sanità Magnus Johanneson et al. della Stockholm School of Economics. A duecento volontarie postmenopausa, hanno fatto somministrare testosterone, estrogeno o placebo per quattro settimane, impegnandole in giochi finanziari e osservandone i comportamenti: tutte sono state parimenti sagge nell’investire, fiduciose nel cooperare e generose con i propri guadagni…

Scettici sulle presunte scoperte degli anni scorsi che dubitano di poter confermare con una ricerca simile con uomini, già avviata, Johanneson et al. concludono:

La correlazione tra comportamento economico, testosterone ed estrogeno trovata in altri studi potrebbe essere dovuta al fatto che tali ormoni sessuali sono a loro volta correlati ad altri fattori biologici  e questi al comportamento economico.

Remota, semmai, e ancora da dimostrare.

Oppure i risultati precedenti sono spuri.

Perché partono da un’idea elementare di causa ed effetto forse? Comunque sarei per questa seconda ipotesi.

Fair play, Coates riconosce che “le donne potrebbe avere un’influenza stabilizzatrice sui mercati”.