Forse è utile anche a chi fa un altro mestiere.
Primo principio: non ingannare se stessi. Ma la persona più facile da ingannare siamo proprio noi stessi, quindi occorre molta vigilanza. Se non vi ingannate, non ingannerete neppure gli altri scienziati: vi basterà essere normalmente onesti.
Vorrei aggiungere una cosa assai meno sostanziale per la scienza, ma di cui sono personalmente convinto: non si deve nemmeno tentar di ingannare i non scienziati. Non voglio consigliarvi di non mentire a vostra moglie o alla vostra fidanzata (… ) parlo di un’integrità ulteriore, specifica: parlo del non mentire, anzi del farsi in quattro per dimostrare dove forse si è sbagliato: ciò fa parte dell’agire scientifico. E questa è la vostra responsabilità di scienziati, sia nei confronti dei vostri colleghi, sia verso tutti gli altri.
Richard Feynman, 1974, “Cargo cult science“, in Sta scherzando Mr. Feynman
Nel creare la conoscenza scientifica e la sua autorevolezza, le persone e le loro virtù contano davvero. Se ogni scienziato non avesse una giustificata fiducia nel lavoro degli altri, dovrebbe ricominciarlo da solo e da capo. Se l’impegno a seguire l’evidence e a condividere i dati fosse troppo danneggiato, se la frode, la segretezza, l’esagerazione diventassero la norma, l’intera impresa scientifica si fermerebbe. Come disse Polanyi, se ogni scienziato si prefiggesse ogni giorno di perpetrare “la miglior ciarlataneria di cui è capace senza farsi scoprire”, ben presto non ci sarebbe più comunità o lavoro scientifico degni di questo nome. A mio parere, mentre la scala e il costo del lavoro scientifico continuano a crescere, il pericolo più pressante oggi è che l’ethos della scienza sia poco a poco eroso sia dalla pressione degli interessi economici (e governativi) che dal fardello eccessivo imposto ai fragili meccanismi sociali interni che finora sono serviti a mantenere la maggior parte della comunità scientifica, per la maggior parte del tempo, più o meno onesta.
Susan Haack, a proposito del libro di Steve Shapin, The Scientific Life, A moral history of a late modern vocation, TLS, 3 aprile 2009. Questa recensione è un po’ meno critica.
A proposito di interessi economici, questa è una recensione del libro di David Healy, Mania, su Big Pharma e i suoi complici nel marketing delle turbe mentali e relativi farmaci.