San Gennaro e Niels Bohr, l’ateismo e il ciclismo

Google festeggia oggi i cent’anni del Giro, io ieri andando a Bresso in bici per parlare  di Darwin con Emanuele Serelli. Proiettiamo in antipasto How evolution happened, dico la mia sui creazionisti e le loro obiezioni. Prima  di spiegare le ricerche sull’evoluzione con l’esempio del tiktaalik e dell’ornitorinco, Emanuele critica il video.

Riassumo per chi vuol guardarlo (dura 5 minuti): mostra una progressione teleologica, un singolo individuo mentre la selezione naturale implica intere popolazioni, neanche uno stimolo a un adattamento, aggiunge uno studente (di biologia?). Sembra esserci un piano, insomma.

Dibattito
La teoria si complica, si arricchisce e regge alla grande, tutti concordano, e si discute del suo conflitto con la religione. Credere nell’evoluzione non porta inevitabilmente all’ateismo, dice la maggioranza, perché la scienza non potrà mai spiegare la “trascendenza”. Gli argomenti sono stati pensati e si sente, ci lasciamo soddisfatti. Almeno mi sembra, vista l’ora tarda.

Pedalando
So la strada, al ritorno rimugino. La maggioranza dovrà ripensarci, mi sa. Se un dio o un’entità metafisica non interagisce mai con il mondo fisico, la scienza può  studiare come mai siamo convinti lo stesso che esista e lo fa. Cerca le omologie tra i vari miti e religioni, origini, mutazioni, forme di trasmissione, effetti sulla fitness dell’individuo e del gruppo sociale ecc.

E senza entrare nel merito, disegna un cladogramma delle religioni. Di per sé non porta all’ateismo, le speciazioni ed estinzioni avvenute negli ultimi millenni sono già note a tutti.

E Dio disse a George “go…”
Però le interazioni avvenute, secondo le religioni, tra l’entità metafisica e il mondo fisico sono state smentite una via l’altra, dalla geologia nel caso del diluvio universale, dalla chimica in quello del sangue di San Gennaro. Adesso ci si mettono le neuroscienze e fanno la stessa cosa nel caso del presidente che sente il Padre eterno dirgli di fare la guerra.
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Ci vuole un corpo con un cervello per udire una “voce”, avere una “visione” o una qualsiasi esperienza soggettiva dell’entità metafisica, e ci sono strumenti per oggettivizzarla. Nei neuroni della vista di giapponesi monoglotti, è stata registrata la rappresentazione di lettere latine che avevano guardato per alcuni secondi. Oggi nei neuroni di Bernadette Soubirous si registrerebbe la rappresentazione della Vergine apparsale uguale a quella che vedeva tutte le volte che andava a messa.
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Dopodiché
Niels Bohr aveva un ferro di cavallo appeso sopra la porta dello studio. “Credi davvero che porti fortuna?” gli aveva chiesto qualcuno. “No di certo… però mi hanno detto che funziona anche se non ci credi.” O così scrive Abraham Pais, nel Danese tranquillo (c’è lo sconto)
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Restando in tema
Se Matteo Salvini riesce a segregare i traporti pubblici, cambiamo la bici con un tandem e ci mettiamo il cartello “trasporto privato per straniere di tutti i colori”.  O “stranieri” se ha la canna alta.
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La Consulta motiva la sentenza che lascia decidere il medico quanti embrioni produrre e quanti impiantarne, a ogni ciclo di fecondazione in vitro. Così rimedia al matricidio previsto all’art. 14 della legge 40 e l’Avvenire protesta.