Anno mondiale dell’astronomia, escono un sacco di libri e nell’Uomo che contava le stelle di Oddone Longo (recensione), scrive come altri, che Galileo ha “avuto l’intuizione” del pianeta tra il dicembre 1612 e il gennaio 1613.
In una conferenza all’università di Melbourne, David Jamieson ha detto che, dai quaderni in cui registrava le proprie osservazioni, sotto la data del 6 gennaio 1613, Galileo avrebbe segnato con un punto la presenza di una stella, e poi poco distante avrebbe aggiunto un altro punto.
Se l’avesse aggiunto il 28 gennaio, quella “stella” sarebbe un pianeta in movimento e quadrerebbe con la posizione di Nettuno all’epoca, simulata al computer. Secondo Jamieson, i fiorentini dell’Istituto nazionale di fisica nucleare che hanno analizzato l’inchiostro degli appunti galileiani potrebbero provare a risalire alla data esatta.
E se non ci riescono, resta la possibilità che Galileo abbia avvisato qualche amico, in uno degli anagrammi che era solito mandare per affermare la priorità di una sua scoperta e che resta ancora da decifrare. Fonte.
Ufficialmente Nettuno risulta ancora scoperto nel 1846 grazie ai calcoli di un francese: il matematico, astronomo, meteorologo, ispettore dei tabacchi, uomo politico, modaiolo e arrogante: Urbain Le Verrier.