Arretrati

Sciarpa di pura seta del Madagascar, filata da questa Nephila, in mostra all’AMNH di New York. Altre foto e articolo del NYT via un Roald H ammirato.

Faenza
Fred Pearce non si azzardi a fare dell’ironia quando ci vediamo a Ferrara. Da sola i treni non li perdo. All’andata quasi, ma perché uscendo di casa ho incontrato Lella Costa e ci sono venuti gli occhi lucidi a parlare di Teresa Sarti. Per fortuna Lella C. aveva in borsa una copia del suo libro, appena ristampato, e me l’ha data.

E’ esattamente il suo parlato, un talento che le invidio, ridevo da sola per cui la vicina s’è preso nota del titolo per regalarlo a sua figlia (La sindrome di Gertrude, Rizzoli), non mi sono resa conto che il treno aveva 50 minuti di ritardo e se la vicina non mi faceva scendere, finivo a Rimini.

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Vincenzo Balzani è arrivato dalla notte dei ricercatori di Ravenna e ha parlato di energie sostenibili nella sala conferenze del CNR-Istec (fa ceramiche, ho visitato i lab, grazie a tutti, uno asciugava una pellicola di ceramica flessibile, che parlando di cristalli sembra un controsenso…).

Dibattito fuori con un ingegnere del pubblico e di Forlì, fan del Kitegen.

Dopo il buffet, c’era da scegliere tra le danze popolari condotte da un esperto della sede locale dell’univ. Bologna, e i solisti dell’ENEA (Casaccia) ritornata proprio venerdì a essere “Ente nazionale per l’energia atomica” invece che “l’energia e l’ambiente”. Ho scelto i secondi.

Da lontano, un chitarrista aveva venti dita, ma dopo il concerto è risultato da un controllo ravvicinato che s’era fatto fare uno strumento a dieci corde come Narciso Yepes. E sapeva usarlo. Emanuele Serra era l’altro solista, notevole ma si sapeva, fuori orario un pro con un cd in vendita e l’altro tra poco.

Compositori: da Bach a Baden Powell, passando da Vila Lobos e Piazzolla, se le centrali non si costruiranno – come pensa Vincenzo B. – almeno due fisici hanno una carriera di riserva.

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Ultima sosta con gli astrofili faentini, che avevano installato uno Skywatcher Newton 200 – mi sembra, era tardi, stava già in macchina, sul sedile di dietro con le cinture allacciate – in una serata che s’annunciava nebbiosa, e invece i cieli sono stati sereni. L’assessora alla cultura era contenta dell’affluenza, e credo anche gli affluiti che verso le 23 defluivano in famiglia.

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Trofei: un grande piatto in ceramica di Faenza, regalo del Comune, e un cd dell’Ubuntu, regalo dell’ingegnere.

I monotematici
Prima di partire dovevo lavorare, al rientro m’era passata la Siwoti, faccio un florilegio dei commenti dei missionari anti-AGW.

Claudio C. afferma che basta aver assistito a una riunione del Panel intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) per assurgere a “revisore” di un suo rapporto. D’altronde afferma pure che il presidente dell’IPCC Pachauri è stato ministro indiano del petrolio (questo non dall’Oca s., ma dai Climalteranti, nel quinto dei suoi 23 commenti a difesa della comicità battagliesca contro chi la giudica in calo.

Il 23mo è geniale da premio Abel. Riassumo: chiunque abbia fatto da consulente per un governo può dirsi “ministro”, e parecchi giornalisti “revisore IPCC, premio Nobel per la pace 2007”. Chiedo a Wordpres di aggiungermelo nella testata.

Errata corrige
Claudio C. dà istruzioni TLTR per l’uso della zappa sui pè, ma ho trovato un’ingiunzione concisa:

@ Sylvie
“Estrae un trend da 2 dati, di cui uno è l’outlier del 2007 che ha mandato i modellisti nel panico? Geniale.”

rivaluti perchè questa frase è scorretta, ho parlato di trend di lungo periodo in calo dal 1850 e di inversione del trend negli ultimi 2 anni, non si fa un trend con due anni al massimo 10, meglio 30, ma nessuno può vietare di affermare che un trend sta cambiando segno. Anche darmi del geniale è scorretto, legga meglio la prossima volta.

Leggo meglio, infatti nessuno l’ha mai vietato. Però “geniale” è troppo poco, ha ragione. La scoperta che un trend positivo diventa negativo per due dati – uno strapositivo del 2007 e uno del 2008 allineato sul trend precedente – è da premio Abel alla statistica creativa.

Dall’alto del quale liquida le ricerche che hanno corretto e confermato la curva proposta da Michael Mann nel 1998. Geniale. Logico.

L’ordine di apparizione è alfabetico
Maurizio M. è il maestro di (inserire disciplina a scelta) che dall’alto di detta maestria lascia cadere sugli autori di Planetary Boundaries:

L’ennesimo gruppo di Tristi allo Stockholm Resilience Centre mi sembra una versione terrorizzata della Fortezza Bastiani…poveretti!

Accomunando l’oca a merli, allocchi e piccioni di sua conoscenza, prosegue:

E mi rendo conto che queste domande non abbiano per te adesso molto senso, ma permettimi di rivolgerle alla Sylvie Coyaud che ci legge nel 2029: (1) perche’ tu e cosi’ tante altre persone avevate una fifa matta del futuro? e (2) su quali basi logiche consideravate ogni possibile cambiamento come un qualcosa di necessariamente negativo? (3) perche’ parlavate “scientificamente” di “tipping points” senza che se ne fosse mai esperito neanche uno?

Vero. Per me rivolgere domande a creature immaginarie “non ha molto senso”, anzi, per niente.

A scanso di equivoci
I Tristi sarebbero gli autori di Planetary Boundaries, tanto giulivi e ottimisti da calcolare i limiti delle risorse indispensabili alla nostra specie nella convinzione che li userà per gestirle meglio.

Il tipping point è quella roba esperita da tutti nella prima infanzia, rif. la trottola. O per stare al tema dei Planetary Boundaries, rif. la concentrazione dei nitrati da liquami suini diluita dal Po al punto che Maurizio M. può berne l’acqua, e solo all’idea che lo faccia c’è gente che vomita.

Si tratta di un “equilibrio qualitativamente diverso” come si usa dire in fisica. Se poi a Maurizio M. sembra un cambiamento positivo, santé!

Io nel 2029 sarò stata digerita dai batteri e nel frattempo continuo a godermi i cambiamenti. Vedi post di domani.