Cosa vuoi mangiare? “Quello che vuoi”. Rispondo anch’io così dando sui nervi allo stesso modo, presumo. Ma il tempo è buono e l’umore pure, andiamo a fare window-shopping al mercato rionale sotto casa.
Col fiuto di un cane da tartufo, l’ospite straniero punta dritto sugli éventaires di funghi. Sul lato nord della piazza, i boleti costano 49 euro al chilo; sul lato sud, i porcini costano 59 euro. Consultati, gli avventori hanno pareri divergenti sul motivo delle differenze.
Stefano, l’apicoltore dilettante del negozio di telefonia, lato nord, dice che le sue regine hanno smesso di deporre uova due giorni prima del freddo, a dimostrare che l’arnia dispone di un superservizio meteo e in generale la superiorità intellettuale delle “ragazze”. Poi chiacchieriamo dell’iniziativa di Pedro Sanchez per una mappa mondiale dei suoli coltivabili, e Stefano s’indigna per i bastoni che i militari dei paesi poveri gli mettono tra le ruote. A Pedro.
Viene da una famiglia, Stefano, di coltivatori e concorda con me e l’amico americano. Le politiche agricole di governi e agenzie dell’Onu sono incomprensibili: top-down, basate sulle varietà di piante, invece che bottom-up, sulla qualità dei suoli. “Ma questi hanno mai consultato un contadino?”
Lui, per esempio, ha un amico sull’altra riva del Po che fa dei sedani alti così, mano all’anca, mentre i suoi… mano al ginocchio. Ha un dubbio amletico: piantare o non piantare le cipolle?
Feel-Good Factor
L’Economist pubblica una storia esemplare. Il pesce-scorpione, un predatore magnifico e velenoso – originario dell’oceano Indo-Pacifico, forse fuggito da un acquario della Florida devastato dall’uragano Andrew – sta divorando le creature biodiverse che attirano i turisti nelle barriere coralline dei Caraibi. I governi del Messico e del Belize hanno provato a pagare una taglia ai pescatori che li catturavano, non è bastato.
Ma Sean Dimin di Sea to Table, un’intermediaria tra pescatori tradizionali e grandi chefs, ha visto dei sub arrostire pesci scorpioni sulla spiaggia e leccarsi i baffi, e li ha proposti – i pesci – a celebri ristoranti di New York e Chicago. Successo immediato. Come assicurare i rifornimenti? No problem:
There are, as Mr Dimin observes, a lot of people who are more than happy to get paid to go diving in the Carribean – especially as they get to feel good about it, too.
Cronista impotente
Ieri all’Onu, c’è stata la cerimonia per la consegna del World Food Prize a Gebisa Ejeta. Qui vige il silenzio stampa proprio come all’annuncio ufficiale, eppure il prof. Ejeta viene da un’ex colonia.