La fusione Pfizer-Wyeth doveva essere l’inizio di un’espansione mondiale. Poi c’è stata la ridondanza di 15.000 dipendenti, tre giorni fa l’annuncio della chiusura di sei centri di ricerca e sviluppo, ridondanza imprecisata.
Per l’espansione, conviene trovare nuove malattie per i prodotti esistenti, anche se ai malati non giova. E’ uscita sul New England Journal of Medicine un’analisi di 20 esperimenti clinici con una molecola da prescrivere per usi diversi da quelli già autorizzati. I risultati parevano decenti, ma prima della pubblicazione erano stati lustrati per accontentare la Parke-Davis, succursale della Pfizer.
Sunto, e commento aziendale furibondo. Si capisce, quattro anni fa dopo risultati simili che avevano portato alla prescrizione allargata di uno psicofarmaco, aveva dovuto pagare 430 milioni di dollari per chiudere una causa. Niente rispetto all’economia di scala della fusione, vero?
Scienziati tra virgolette
Otto mesi fa, una manciata di soci dell’American Physical Society ha lanciato una petizione per chiedere all’associazione di “ribaltare” la posizione sul cambiamento climatico espressa nel 2007 e dettare addirittura come andava scritta. Hanno firmato 206 “scienziati” circa – dipende cosa s’intende per “scienziati” – lo 0,45% dei soci Aps e Franco Battaglia. Il 10 novembre l’Aps ha risposto picche. Commento.
John Mashey – informatico e socio Aps – ha ricostruito l’iter della petizione. In parte case study, in parte rapporto di “intelligence”, è spiritoso dal diagramma iniziale alle note e illustra bene il modus operandi* di certi “scienziati”**.
*Ogni somiglianza con quello di Federick Seitz non è puramente casuale.
**Alcuni perdono la trebisonda solo sul clima, rif. Nicola Scarfetta dalle ipotesi curiose.
Da grande voglio essere il Guardian
In Inghilterra il processo intentato dall’associazione britannica dei chiropratici a Simon Singh continua a produrre effetti collaterali sulla medicina detta alternativa, anche nelle province. Il Leicester Mercury ha affidato una rubrica a Simon Perry che ne ha subito approfittato per comprare da “herbmedic” una doppia diagnosi delle proprie allergie. Risultati (notare le pubblicità!).