Unsung hero

Fonte.

Ci ho provato e nessuno mi ha dato retta. Nemmeno nel 2010 il WWF canterà i miei eroi della biodiversità: drosophila melanogaster, deinococcus radiodurans,  mimivirus… ma una ricerca pubblicata da Nature mi ridà speranza.

Riuqiang Li et al. dell’Istituto di genomica, a Shenzhen, hanno sequenziato il genoma di JingJing, la mascotte dei giochi olimpici. I panda condividono l’80% dei propri geni con i cani, rispetto al 68% con noi, e nonostante un tasso di mutazione lentissimo, hanno una varietà intraspecifica doppia della nostra. Una chance in più per la sopravvivenza della specie e notizia utile per chi l’ha per emblema.

La notizia utile a me è che i ricercatori non hanno trovato alcun gene per l’enzima che digerisce la cellulosa delle verdure, e il T1R1 – quello per il sapore della carne – risulta disattivato da due vecchie mutazioni. Quindi a trasformare il panda da feroce carnivoro in tenero vegetariano sono stati dei batteri,

Ne hanno colonizzato le budella portando in quel mondo ostile il seme da cui fiorisce l’edenica armonia. Se al prossimo consiglio presento la mozione “Candidiamo il Bacillus subtilis al Nobel per la pace”, sarà
– approvata all’unanimità
– respinta per un pelo
– neanche messa ai voti?