Influenze

Su Science esce una ricerca di Max Weisbuch et al. A volontari bianchi hanno fatto vedere estratti di trasmissioni televisive in cui conduttori bianchi esprimevano non verbalmente razzismo e odio nei confronti dei neri. Senza rendersene conto, i volontari ne erano influenzati e ritenevano gli atteggiamenti del  conduttore altrettanto corretti di quelli che manifestava, in altri estratti, nei confronti dei bianchi.

Conclusioni amare di John Dovidio, che presenta la ricerca. Mutatis mutandi, darebbe risultati analoghi se fosse replicata in Italia?

Come altre riviste, Science fa un bilancio dell’anno, a giudizio del diretùr la pubblicazione più sensazionale è stata quella dell’Ardipithecus ramidus. Per l’enorme massa di dati paleo-antropologici, scrive, sì, sì… Mica perché manda in  bestia i creazionisti, no, no…

Un candidato alla vice-presidenza del CNR
Per Thomas Nagel il “riduzionismo” e il “materialismo scientifico” sono ostacoli alla conoscenza. E’ noto da quando s’è chiesto “Cosa si prova a essere un  pipistrello?” (1974, in inglese) e s’è risposto che gli scienziati non lo possono sapere, i filosofi invece…

Sul Times Literary Supplement del 27 novembre lui, per esempio, ha scelto come libro dell’anno Signature in the Cell: DNA and the evidence for Intelligent Design di Stephen Meyer, un capo del DiscoTute. Convincente, trova, è la disamina meyeriana della “storia e dello stato attuale della ricerca sull’origine della vita”. Gli risulta che “la struttura chimica immensamente complessa e squisitamente funzionale del DNA, non può essere spiegata dalla selezione naturale in quanto è detta struttura a rendere possibile la selezione naturale, quindi non può esser stata originata senza una causa intenzionale”.

Ma va? Compendio delle reazioni di chimici e biologi qui.

Con l’età succede e quando succede a me gli amici cercano di farmi ragionare. Io ricambio, Pietro Greco è stato un mio maestro, glielo devo.

Scusa Pietro, non capisco
A proposito delle mail rubate alla CRU, scrivi su La scienza in rete che la vostra testata tornerà sul “comportamento privato” degli scienziati derubati. Ci pensano già altri, se vuoi ti mando i link, ma forse non è il caso. In privato come in pubblico Mann, Trenberth e Jones – e Chu e Gell-mann e Crick e… – don’t suffer fools gladly.  In privato sono anche lunatici, brillanti e generosi con i collaboratori e la cronista che attacca bottoni tremendi. Fatti loro e di chi li frequenta, o fatti vostri?

Gli scienziati – soprattutto quando si occupano di questioni di così grande impatto sociale – devono mostrare la piena e totale adesione a uno dei valori fondanti della scienza moderna: la completa trasparenza. I risultati della ricerca e i metodi utilizzati devono essere sempre e integralmente accessibili a tutti. Anche i problemi, le contraddizioni, i nodi non sciolti devono essere resi espliciti.

Sono resi espliciti nei rapporti dell’Ipcc da gente come F. G.* che conosci bene anche tu. Dove e quando non ha mostrato “piena e totale adesione” ecc. ?

Dal «giallo delle e-mail»… occorre che la comunità scientifica tragga una piccola lezione. Nell’ambito della ricerca sul clima questo principio della “massima trasparenza” è già sostanzialmente rispettato (… ) Occorre uno sforzo in più (…) un’aggiunta di trasparenza. Che potrebbe incarnarsi in una commissione d’inchiesta indipendente che indaghi sul «giallo delle e-mail» di cui facciano parte anche alcuni tra gli scienziati “scettici” sull’origine antropica dei cambiamenti climatici. Il tema dei cambiamenti climatici è troppo importante perché sia avvolto in una nebbia, anche la più tenue, di sospetto. E il miglior modo per diradare i sospetti è la “trasparenza totale”.

Abbiamo protestato, tu meglio di me, contro il Bayh-Dole Act, i brevetti, i Trips, la scienza-business voluta da Reagan, Thatcher et al., insieme agli scienziati della ricerca pubblica e contro la sua privatizzazione.

La “piccola lezione” che a tuo avviso la scienza deve imparare, la sanno a memoria da quando ci raccontavano dei primi contratti capestro. Sul sito della CRU c’era tutto meno quel 2% di proprietà privata e sacra al governo Brown. Ha fatto retromarcia solo dopo gli attacchi alla ricerca pubblica, come il governo Clinton (e Gore) nel 1993. Chi insegna, Pietro, e chi deve imparare?

Con “sforzo in più” e “aggiunta di trasparenza”,  cos’intendi? Altre mail private, registrazioni delle telefonate, riprese di video-camere, diretta da Grande  Fratello? E se è questione di “così grande impatto sociale”, perché non chiedi alcuna trasparenza per “gli scienziati “scettici” sull’origine antropica dei cambiamenti climatici”?

*Colour me surprised, umpteenth + 1
Dal 19 novembre nemmeno una delle mail rubate a F. G. è stata citata dai bigoilisti nostrani. ***
Quiz:
a) Riciclano solo mail usate dai bigoilisti americani?
b) F.G. non parlava dell’hockey stick?
c) Vista l’aria atletica di F. G. si sono spaventati?

Bigoilisti, calatevi i pampers! All’attacco!

*** Come non detto: rif. uno dei commenti sottostanti, 21.12.09.