Le dure e le molli

Marco ieri citava Niels Bohr:

È sbagliato pensare che lo scopo della fisica sia di  trovare com’è la natura. La fisica riguarda ciò che possiamo dire a proposito della natura.

Una dichiarazione di modestia che unisce la scienza più dura alla filosofia giudicata mollissima dai tanti fisici, ma non da Niels Bohr. Mano tesa o mani avanti?

Oggi Marco scrive sulla prassi, per diventare ricercatore in una scienza molle, di pagarsi la pubblicazione di una monografia sottoposta all’approvazione della baronia locale. Aargh, il solito fisico arrogante… Invece no:

L’obiezione tipica a queste critiche è: “nelle materie umanistiche il modello delle riviste internazionali peer-reviewed che si usa in quelle scientifiche non può funzionare”. E perché mai?

Dubbio legittimo. Marco non crede che la qualità degli studi umanistici sia incontrollabile. Nei vari Harvard, Oxford, Cambridge Journals of …  (inserire diritto, economia, sociologia, storia, ellenistica o altra mollezza a scelta) si controlla infatti, e quanto pare il modello funziona. In Italia no.

“Perché mai?”

Mettiamo che un aspirante riesca a piazzare una monografia su una di quelle riviste mentre il suo barone in tutta la carriera no. L’aspirante ne prende il posto in cattedra incoronato d’alloro o viene ritenuto un pericolo per la mediocrazia, bref  un sovversivo e deve chiedere asilo all’estero?