Imprenditorialità


La fonte è nota. Come il titolo dovrebbe arginare lo spam eliminato stamattina e all’origine di questo post, via The Scientist.

On line sull’International  Journal of Law and Psychiatry vol. 32-5 di settembre-ottobre 2009 ma in corso di stampa e a pagamento, è uscito “Pornography, Public Acceptance and Sex Related Crime”. E’ una rassegna (link al testo gratuito e corretto) di Milton Diamond dell’università delle Hawaii, che cita un sacco di dati da paesi molto diversi quanto a leggi sul SEM, che sta da qui in poi per sexually explicit material. In sintesi, il consumo è ben tollerato nelle città come nelle campagne:

If allowed to express themselves anonymously no group or community has ever considered that their locale would not tolerate pornography being available to adults.

L’unica condizione è che non deve essere accessibile ai bambini.  A questo proposito, un’educazione religiosa repressiva abbinata al non consumo paiono caratterizzare gli stupratori, mentre il consumo non vale come correlazione perché caratterizza la stragrande maggioranza dei maschi.

Cristianità
Per fortuna, il consumo è diffuso tra chi si compiace dei propri valori  morali. Negli Stati Uniti dove sono prodotti dai 10 a 15 mila SEM-video all’anno, un sondaggio effettuato dalla rivista Christianity Today nel 2000 trovava che il 33% del clero cristiano statunitense non riusciva a farne a meno. Nel 2008

a poll conducted by reputedly the largest Christian Internet site, ChristiaNet.com partnered with Second Glance Ministries, found that, by their own admission, “50% of all Christian men and 20% of all Christian women [responding to their survey] are addicted to pornography … 60% of the women who answered the survey admitted to having significant struggles with lust, 40% admitted to being involved in sexual sin in the past year, and 20% of the church-going female participants struggle with looking at pornography on an ongoing basis.

Da laica – niente dati sulla categoria – mi chiedo se le cristiane ricorrano ai video per mancanza di immaginazione, cultura, iniziativa ecc. o perché queste o altro manchino al loro cristiano, comunque meglio accontentarsi soli o in coppia davanti allo schermo di casa:

The incidence of rape in the United States has declined 85% in the past 25 years while access to pornography has become freely available to teenagers and adults. The Nixon and Reagan Commissions tried to show that exposure to pornographic materials produced social violence. The reverse may be true: that pornography has reduced social violence.

 “The reverse may be true”
Solo se si sorvola su migliore educazione, maggiori libertà, diritti umani anche per le donne, il solito refrain, ma finché la realtà non cambia… Salvo conflitti armati, c’è un calo analogo in altri paesi, ma la percentuale degli Stati Uniti è impressionante perché, proprio nello stesso periodo, diminuiva l’ostilità palesata contro le donne che denunciavano stupri.

PMI
Il settore, piccole e medie imprese federate nella lobby Free Speech Coalition, tira nonostante la crisi e la concorrenza di prodotti casalinghi gratis in rete. Il fatturato s’aggira sui 4 miliardi di dollari all’anno e turba i conservatori solitamente favorevoli al libero mercato. Family Safe Media, la lobby per la censura di televisione e in  rete, rimprovera ai produttori americani di SEM di guadagnare più delle aziende basate sulle tecnologie dell’informazione, Microsoft, Google, Apple e Amazon comprese.

I capitalisti non sono più quelli di una volta.

Please…
Dalle sue pubblicazioni, Milton Diamond non sembra avere conflitti d’interessi, la sua meta-analisi va presa con un filo di scetticismo lo stesso, non la conclusione. Tutte le libertà possono essere sfruttate a fin di male, non è un motivo per sopprimerle. Tanto più in USA dove un abitante su 137 è già in carcere. Se bisogna rinchiuderci pure i consumatori di SEM come vorrebbe qualcuno/a, fuori di adulti ne resterebbero pochini. E ai bambini chi ci pensa?

OT: Rufo è uscito dall’ibernazione ha terminato i lavori forzati.