Dolce evasione

Fonte
Per consolarmi della moscerina ribattezzata funebris, Pasquale Trematerra mi manda questa notizia:

Si chiama “Dolce Evasione” e non è l’ultimo profumo di Dior, bensì un miele. A produrlo… è la casa circondariale di Brissogne.
Nel luglio scorso, otto detenuti hanno partecipato ad un laboratorio di apicoltura, inserito in un progetto del Fondo sociale europeo promosso dall’Enaip Valle d’Aosta. Sotto la guida del tecnico regionale Claudio Gerbelle, hanno imparato i segreti del dolce nettare e durante le ore di formazione pratica hanno smielato e invasettato 35 kg di miele, dai mielari acquistati dalla signora Bruna Marc Grivaz di Châtillon.
I primi 70 vasetti da mezzo chilo di Millefiori sono stati poi donati all’Associazione volontariato carcerario che li ha messi in vendita, dietro offerta libera, sui banchetti di Libera. L’iniziativa è stata un successo, tanto che la casa circondariale di Brissogne, da quest’anno, avverrà al suo interno tutto il ciclo della produzione. Le prime quattro famiglie di api e l’ape regina sono già state acquistate e ora soggiornano in carcere, curate da primi otto detenuti formati e, sotto lo sguardo attento di Bruno Meynet, apicoltore hobbista e membro dell’Associazione volontariato carcerario.

Molti degli apicoltori che conosco fanno anche volontariato, deve esserci un motivo.

Rassegna stampa estera
Negli Stati Uniti, il declino non si ferma, fra i sospetti adesso ci sono i pesticidi, scrivono Christopher Mullin et al. su PLoS One. Gli acaricidi sono i più frequenti e abbondanti, combinati con insetticidi e persino erbicidi. La cosa impressionante è che si sono trovati nelle api prese da colonie spopolate, quindi regine, giovani e larve, le meno esposte a inquinanti esterni. Trovato poco o niente nelle colonie sane, guarda che sorpresa.

In California, l’Almond Board chiede sussidi federali – statali non ce n’è – e ricercatori del Dipartimento dell’agricoltura si portano avanti: sviluppano mandorli che si auto-impollinano.

In alcuni stati dell’India imperversa la Varroa destructor e si segnalano morie in Cina, il paese dove il numero di arnie è cresciuto di più negli ultimi vent’anni, e che spiegherebbe l’aumento del 45% delle arnie mondiali rispetto a quarant’anni fa (dati FAO, una stima a naso, non tutti i paesi FAO hanno reso obbligatorio dichiarare le arnie nello stesso anno, e in molti non esistono controlli).
In Gran Bretagna è morto il mitico Ted Hooper, nell’Unione Europea aumenta la monocultura e secondo una ricerca dell’INRA, le api risentirebbero della minor biodiversità.
In Francia, malgrado siano vietati molti neo-nicotinoidi, la mortalità resta sul 30-50%, quindi il governo ha deciso un esperimento: da questa primavera e per tre anni, si seminano piante gradite alle api lungo 250 km di strade e autostrade.

Per finire con una buona notizia:  le api prosperano in molte città del mondo e non solo sui tetti dell’Opéra, del Grand Palais e di altri monumenti parigini (réclame).