Ieri vado in bici a parlare di biodiversità al Festival dell’ambiente. Ore 15.30 e 30° C sono dietro l’ospedale Niguarda, chiedo la strada per la via Clerici a Sesto S. Giovanni e per cinque volte persone cortesi mi mandano altrove. Arrivo in orario solo grazie a Lorenza Z. che mi viene incontro per l’ultimo pezzo.
Reidratazione, chiacchierata, esempi e a proposito di scoperte inaspettate cito il Varanus bitatawa, dotato di due appendici riproduttive. Dopo, un signore chiede altre informazioni. Saputo che il lucertolone vive sugli alberi, suggerisce un’ipotesi. L’incontro su un ramo, dice, causa sicuramente parecchie oscillazioni e il duplice apparato potrebbe raddoppiare la probabilità di “centrare il bersaglio”.
Entropia matrimoniale
A proposito di dinamiche sentimentali, su Plos One si discute del paper dell’economista matematico José-Manuel Rey, “Mathematical model of sentimental dynamics accounts for marital dissolution”, basato sul secondo principio della termodinamica che ormai è come il prezzemolo. Risultato:
per mantenere i rapporti sentimentali l’amore non basta, ci vuole uno sforzo (…)
Il livello del sentimento iniziale infatti, è molto più elevato del suo livello di stato stazionario e dopo un tempo t si genera un “gap di sforzo”. Identificato il punto in cui aggiungere ogni tanto energia nel rapporto per far tornare il sentimento come prima, grazie alla teoria del controllo ottimale, una soluzione di equilibrio si trova ed è praticabile, scrive l’autore,
quando è ammissibile e il gap di sforzo è confortevole.
Ho candidato l’autore all’Ig Nobel per la fisica (un motivo, tra altri).
A proposito di biodiversità, Plos Biology pubblica una ricerca sulla distribuzione geografica come da 170 mila registrazioni di varie specie di Galliformi. Ieri non mi è servita, ma tra altre cose ho appreso l’esistenza dell’Associazione mondiale dei fagiani.
Il feromone twitter
Gli scarafaggi Blattella germanica segnalano agli altri dove hanno trovato riserve di cibo, il che spiegherebbe come mai arrivano tutti insieme al bar o al ristorante, scrivono Mathieu Lihoreau et al. su Behavioural Ecology and Sociobiology. Dopo aver offerto loro due fonti appetibili, hanno visto che si dirigevano solo verso quella scoperta dall’avanguardia.
Adesso bisogna capire quale feromone usano per condividere le proprie raccomandazioni, dice Lihoreau nel com. stampa della Queen Mary University, così si potrà usarlo per dirottarli verso trappole mortali al posto delle sostanze molto tossiche usate finora per le disinfestazioni. Dice pure che il comportamento delle blatte potrebbe somigliare a quello umano e andrebbe studiato meglio.
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