L'ingegner Boria vs. il chimico Raffrag

Fonte. Oltre a ping e trackback, alcuni amici (?) segnalano un rimando di antidarwin e cloni al mio elogio della Teoria termodinamica della Creazione incompiuta dall’ing. Pier Maria Boria. Dopo lunga riflessione egli risponde infatti a un commento sul suo uso creativo del secondo principio della termodinamica. Per Raffrag

Il secondo principio riferisce che, in una trasformazione irreversibile, è l’entropia totale dell’universo (ambiente + sistema sotto osservazione) considerato come sistema isolato, che aumenta, e non quella del sistema sotto osservazione (l’organismo). Pertanto, le trasformazioni accompagnate da una diminuzione di entropia nel sistema sotto osservazione sono del tutto compatibili con il secondo principio, perché sono invariabilmente accompagnate da un aumento dell’entropia totale dell’universo.

Anche per la fisica e l’oca, ma secondo l’ing. Boria, in parole sue con traduzione in fondo:

L’obiezione di RaffRag ha due aspetti: un aspetto formale ed un aspetto tecnico. Il primo è molto positivo: si obietta sul contenuto delle asserzioni nel rispetto della persona che le sostiene. E’ una posizione in controtendenza, dal momento che, la dittatura del Pensiero Unico imperante, di regola si accanisce contro le persone piuttosto che contro le idee. Per l’aspetto tecnico è da osservare che:

  • 1- L’universo di prova (che potremmo definire come il volume all’interno del quale avviene una, ed una sola, trasformazione) è cosa diversa dall’universo astronomico. (Trad. it. La Creazione è avvenuta nell’aldilà.)
  • 2 – Il secondo principio in questione, qualunque ne sia la forma dell’enunciato, si riferisce a tutte le trasformazioni termodinamiche e, quindi, a ciascuna trasformazione. (Trad. it. Se un sistema è isolato lo decido io.)
  • 3 – L’applicazione di tale principio alla vita è una estrapolazione alla Helmoltz – sic -(che generalizza dicendo quanto riferito in TTC alla quarta riga di 1.1: “Entropia sinonimo di disordine”). Ad esempio quando gli atomi di carbonio si fissano nel fusto di un albero vivo, abbandonando lo stato gassoso in combinazione con l’ossigeno, realizzano una trasformazione di Pier Maria Boria. ordine crescente: è solo in virtù di questa osservazione che osiamo parlare di entropia decrescente. Se l’albero fosse morto ciò non avverrebbe e l’entropia (il disordine), all’interno del medesimo universo di prova, aumenterebbe. (Trad. it. Nell’aldilà, finché l’albero è vivo mi spuntano le foglie.)
  • 4 – Che l’entropia totale dell’universo (astronomico) tenda ad aumentare (e non ad un massimo come erroneamente capita di leggere) non ci piove, anche dal momento che nell’universo astronomico ne succedono di tutti i colori e la vita (unico ente capace di mettere ordine) pare un fenomeno, diciamo così, assai limitato e, comunque, relativo a minime quantità di massa. Ciò è detto esplicitamente al quinto capoverso di pag. 6. Non sarebbe male aggiungere che l’asserto, se basato solo sul punto di vista qualitativo di Helmholtz, potrebbe sembrare piuttosto fantasioso dal momento che parlare di ordine decrescente in “scala universale” ci pare azzardato. Tuttavia l’esistenza della radiazione fossile potrebbe consentire di parlare in termini stretti di Q e di T giustificando rigorosamente l’asserto stesso. (Trad. it. La Vita delle creature accresce l’ordine perché è immortale; l’albero fa eccezione.)
  • 5 – In fondo alla pagina 6 si fa osservare che, quando parliamo di trasformazioni, non cicliche ad entropia decrescente, realizzate da organismi viventi, ad esse associamo chiaramente il concetto di trasformazione locale. E, in ciascuna di esse trasformazioni e solo in esse, una delle “tante” che continuamente si realizzano nell’universo (astronomico), viene contraddetto si il secondo principio! (Vedi trad. it. dei punti 1 e 4.)
  • 6 – In base a quanto osservato sopra abbiamo riesumato, nella medesima pagina 6, il dismesso concetto di vis vitalis che, come si sa, entrò in crisi quando il Wohler realizzò la sintesi dell’urea. Tale riesumazione non è essenziale e l’accezione può essere adattata, tuttavia la locuzione rende bene l’idea: tra la morte e la vita materiali c’è una qualche differenza che, ad un fisico aduso a formulazioni e misurazioni, deve essere consentito tentar di definire e qui è stato fatto in termini termodinamici. Si tratta di applicare i ferri del proprio mestiere. (Trad. it. Dal Settecento non c’è più scienza.)
  • 7 – Non va dimenticato che i pilastri della TTC sono quattro: entropia, statistica, caso, informazione. I primi tre compaiono nell’attuale stesura, pubblicata sul sito. Il quarto pilastro, in tale sede solo sfiorato, … è incostruzione!
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