Soft, ma esplicita


Se ieri con le angiosperme che se la facevano con le pompilidi e i favori elargiti a destra e manca dalla moscerina della frutta, sentivo d’aver imboccato una china scivolosa, con Nature di oggi non risalgo di sicuro. Già dalla copertina si sa come va a finire. Il titolo definisce “Servizi sociali” certi sbaciucchiamenti che trasmettono fluidi corporei., ma consensuali e tra adulti.
E sotto la copertina, l’analisi di Martin Nowak, Corina Tarnita e Edward O. Wilson et al. assesta un colpo mortale alla teoria dell’evoluzione…

Pausa, il tempo per i creazionisti di esultare.

… per selezione parentale (meglio wiki inglese). In breve, nelle specie sociali tanti individui rinunciano ai piaceri del sesso e del parto senza anestesia per far da balia all’altrui prole e aumentarne il tasso di sopravvivenza, perché ne condividono i geni e godono quindi di una fitness, o successo riproduttivo, vicaria.

La fitness andrebbe quindi calcolata come “inclusiva”, dell’intera famiglia e non dell’individuo come nella selezione naturale tout court. Il trio di Harvard scrive che l’idea non spiega la maggior parte delle osservazioni. Nel loro modello, l’eusocialità è invece il risultato di una serie di effetti della selezione naturale “standard” su singoli individui, i cui geni mutati favoriscono per es. la cooperazione invece della competizione per le risorse, quindi la costruzione di un nido collettivo, la divisione del lavoro per gestirlo e difenderlo, e via via la formazione di un “superorganismo”.

Qui l’unica fitness che conta è quella della regina, molto più longeva di chiunque altro, e delle larve che depone a milioni. Questo modello permette di determinare chi figlia e chi no nelle varie specie sociali, dalle formiche ai gamberetti, dalle volpi agli umani.

L’idea, qui per non abb. o qui, fa molto discutere. Tanto più che il grande vecchio mirmecologo del trio – Martin N. e Corina T. sono matematici/bioinformatici dell’evoluzione, dei teorici insomma  – è convinto che dopo questa analisi, la sua “sociobiologia” tornerà in auge.

L’evoluzione dell’eusocialità avrebbe portato a quella dell’altruismo e dei sentimenti morali di cui si occupava Marc Hauser. Coincidenza, Nature ha un editoriale sulla sua “dark story” e sui “danni collaterali” per studenti e dottorandi che hanno denunciato quanto succedeva nel lab. Sempre in open access per via di uno sponsor, c’è un dossier sul morbo di Parkinson da scaricare prima che scompaia dietro il muro del pagamento.