Statistiche, brevetti e panni sporchi

Oca’s Digest
La copertina di Nature non allude a Maometto, ma alle glaciazioni che in Patagonia innalzano le Ande e le proteggono dall’erosione.

Solo in America
Per “insufficienza di informazioni”, l’Ufficio brevetti americano ha respinto due richieste presentate per test genetici in grado di prevedere l’esito di varie terapie contro tumori del polmone e del seno. La ricerca sulla quale si basava la prima richiesta (l’altra ne era uno “sviluppo”) e i successivi esperimenti clinici, era stata pubblicata nel 2006 su Nature Medicine, da Anil Potti e coautori. L’anno scorso sugli Annals of Applied Statistics, Keith Baggerly e Kevin Coombes ne elencavano i “semplici errori statistici” e i “rischi per i pazienti”.  Nel luglio scorso, The Cancer Letter rivelava che nel 2003 Anil Potti era stato assunto dall’università Duke e dotato di laboratorio proprio, grazie a un curriculum imbottito di “premi prestigiosi” e mai ricevuti.
Meno male, il prof. Fabio Pistella aveva ritoccato il proprio c.v. solo per diventare presidente del CNR. E diversamente da quello che era successo al CNR nel 2007, l’università ha aperto un’inchiesta, sospeso gli esperimenti clinici e Anil Potti. Per ora non sembra che il governo intenda ringraziarlo con incarichi meglio retribuiti.

I panni di chi?
E’ un po’ più complicato il ricorso fatto al tribunale federale di New York da David O’Neill, ex responsabile del laboratorio vaccini all’Istituto per il cancro della New York University. Ritiene di esser stato licenziato perché, a un convegno del giugno 2009, aveva insistito per presentare come voleva lui i risultati di una ricerca fatta insieme ad altri colleghi. Tra questi Nina Bhardwaj con richieste di brevetti in attesa d’approvazione, che avrebbe scelto a posteriori il metodo statistico per valutare i risultati di esperimenti clinici con un vaccino contro il melanoma, derivato dalle cellule dendritiche prelevate al paziente.

Inoltre Nina Bhardwaj e gli altri avrebbero fatto pressione su di lui perché nella sua presentazione valorizzasse i risultati. L’università ha aperto un’indagine sull’eventuale misconduct della ricercatrice e licenziato O’Neill per “comportamento non professionale”, urli, risse ecc.

Chi ha ragione? Sicuramente non è giusto aspettare i risultati per decidere come analizzarli e magari scegliere un metodo statistico più lusinghiero di quello previsto. Però lei aveva dichiarato il conflitto d’interesse, discusso il metodo insieme ai co-autori e conservato quello deciso a priori, dice il capo dell’Istituto William Carroll che ha licenziato O’Neill. E con quello che lei avrebbe suggerito dopo aver visto i risultati, la sostanza non cambiava: l’adiuvante a base di olio minerale, che costa di meno, risultava più efficace degli altri. O’Neill doveva essere d’accordo: non aveva ritirato la firma dal paper inviato a Nature Medicine un anno fa. Ma è stato rimandato ai mittenti con richiesta di chiarimenti e modifiche. A suivre.

L’altra Pedemontana
Un branco di conservazionisti è contrario alla strada che dovrebbe attraversare per 50 chilometri il parco naturale del Siringeti, forse pagata con circa mezzo miliardo di dollari dal governo cinese per abbreviare il percorso tra miniere per le quali ha comprato concessioni.

Contrario anche l’editorialista, senza un esame dei costi e benefici rispetto alla strada alternativa che passerebbe a sud della riserva. Idem l’oca. Se interessa lo sviluppo economico, va costruita attorno al parco com’era stato previsto nel progetto finanziato dalla World Bank. All’interno abitano turisti, guardie e altri dipendenti che si spostano in jeep, fuori ci sono villaggi che per guadagnare qualcosa dal turismo hanno bisogno di collegamenti decenti. La nuova strada è stata annunciata dal presidente della Tanzania perché sragiona o finge per vedere se in cambio di una rinuncia, la Banca Mondiale gli dà più soldi dei cinesi?

Comunque secondo me la patente va data solo a chi ha imparato a guidare, mentre in Tanzania e nei paesi confinanti è evidente che non si nega a nessuno.

Conservazione: nemica o alleata dello sviluppo economico
Natasha Gilbert passa in rassegna gli studi appena usciti sul tema. Raccomando l’articolo, e le ricerche dietro i link, ai volontari delle Ong ambientaliste e umanitarie che ne discutono da anni. Poi ci vediamo a Terra Madre, se non prima?

I BigOilisti dicono che
in materia di clima le ricerche controcorrente e poco allarmiste non sono pubblicate da Nature, la cui parzialità indigna il ten. col. Guidi, qui con tafano al seguito. Per cui esce un modello di Matthias Zahn e Hans von Storch, nel quale a fine secolo il riscaldamento globale fa diminuire i cicloni invernali sul polo Nord. “E ‘ un raro esempio di diminuzione degli eventi meteorologici estremi,” scrivono, e una bella previsione per “le attività offshore, come la navigazione marittima e lo sfruttamento di gas e petrolio”. Non che gli eventi meteorologi estremi c’entrino con il clima, secondo il ten. col. Guidi, qui al seguito del suo statistico preferito.

Da paragonare con Steph che ne sa e si fa capire con un’analogia casalinga.

Ho riciclato la citazione “credete a quello che dicono o ai vostri stessi occhi?” su Oggi Scienza insieme a questo grafico e una pletora di altri. Come un treno svizzero, arriva puntuale uno che non crede ai suoi stessi occhi…
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