Yeti e Cenerentole

E’ uscito il Living Planet Report del WWF. Questa volta ha incrociato i trend delle specie e dell’impronta ecologica con i redditi dei singoli paesi. Estratti:
–  i paesi più ricchi hanno un’impronta ecologica pari a circa 5 volte quella dei paesi poveri, i quali subiscono invece la maggiore perdita di biodiversità.
– Un’impronta  da yeti non è sempre correlata con un più alto livello di sviluppo: quella di un peruviano è di 1,5 ettari globali, in linea quindi con la capacità del pianeta, e il Perù ha un indice di sviluppo umano di 0,86, medio alto, quanto ad aspettativa di vita, reddito e livello di educazione.
– Nelle zone temperate è migliorata la conservazione delle specie e il controllo dell’inquinamento anche perché deforestazione e cambiamenti di uso del suolo qui sono avvenuti soprattutto prima del 1950. Ai tropici, dal 1970 si registra un declino del 60% e fino al 70% per le specie di acqua dolce, il tasso più alto tra tutte le specie terrestri e marine considerate.
– Dal 1966 l’impronta ecologica globale è raddoppiata. L’impronta di carbonio è aumentata addirittura di 11 volte. L’impronta idrica è in costante aumento e considerando l’acqua “virtuale” contenuta nei prodotti commercializzati internazionalmente, ha impatti e ricadute su fiumi e falde acquifere di tutto il mondo (un abitante del Regno Unito, per esempio, consuma 150 litri di acqua al giorno, ma il consumo britannico di prodotti esteri porta questo valore fino a 4.645 litri di risorse idriche mondiali al giorno).
– Ogni abitante del pianeta dovrebbe “accontentarsi” di 1,8 ettari globali per vivere entro i limiti della capacità del pianeta senza comprometterle per le generazioni future. Le nazioni più ricche, superano di gran lunga questa misura arrivando a picchi di oltre 10 ettari globali pro capite.
– I 31 paesi dell’OCSE  sono responsabili di circa il 40% dell’impronta globale. L’unico tra i paesi europei a rientrare nei limiti del pianeta è la Repubblica Moldava.
– A  chiudere la classifica con impronte da Cenerentola sono Bangladesh, Afghanistan e Timor-Est.